XXXIV Domenica
Tempo Ordinario – Anno B - Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gv 18,33b-37
Omelia di Domenica 17 novembre 2024 - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Nel bel mezzo del Vangelo di questa domenica c’è una breve parabola, nella quale Gesù ricorre a una pianta (il fico) per darci un insegnamento. Dice: Dalla pianta del fico imparate: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi. Gesù vuole dirci: Se il fico è una pianta sulla quale quasi tutto l’anno spuntano dei germogli, voi sapete accorgervi dei germogli che Dio fa spuntare nelle vostre vite? Noi credenti ci accorgiamo delle gemme che Dio colloca nella vita nostra, della Chiesa e del mondo? Siamo solo capaci di lamentarci o criticare oppure sappiamo individuare le cose belle, i bei germogli, le belle gemme… per goderne e rendere grazie? Qualche esempio.
La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Siracide 21,5)
Cari fratelli e sorelle!
1. La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Sir 21,5). Nell’anno dedicato alla preghiera, in vista del Giubileo Ordinario 2025, questa espressione della sapienza biblica è quanto mai appropriata per prepararci all’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, che ricorrerà il 17 novembre prossimo. La speranza cristiana abbraccia anche la certezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio; ma non qualsiasi preghiera: la preghiera del povero! Riflettiamo su questa Parola e “leggiamola” sui volti e nelle storie dei poveri che incontriamo nelle nostre giornate, perché la preghiera diventi via di comunione con loro e di condivisione della loro sofferenza.
XXXIII Domenica
Tempo Ordinario – Anno B
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino. In verità vi dico: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». Mc 13, 24,32
XXXII Domenica
Tempo Ordinario – Anno B
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quanto aveva per vivere». Mc 12,38-44
Omelia di Domenica 3 novembre 2024 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore e il prossimo come te stesso. Un commentatore ha reso così queste parole di Gesù.
Amerai Dio con tutti i tuoi cuori. Con il cuore di speranza e con il cuore malinconico, con il cuore che crede e con il cuore che dubita. Insomma, ama come puoi, con tutto quel che puoi, come riesci, magari col fiatone, sia quando il cuore splende di fiducia sia quando il cuore è fatto di paura, sia quando il cuore sorride e sia quando il cuore piange.
Omelia di Venerdì 1 novembre 2024 - Solennità di Tutti i Santi
Abbiamo ascoltato una pagina fra le più belle del Vangelo. E’ chiamata Le Beatitudini, perché fu un discorso di Gesù, ritmato sulla parola beati, che ricorre ben nove volte. Mi son chiesto: se Gesù fosse qui adesso, rifarebbe lo stesso discorso oppure, senza intaccarne la sostanza, userebbe altre parole? Secondo me sì, userebbe un linguaggio adatto all’uomo d’oggi. Di certo, un modo sbagliatissimo è leggere questo discorso come se fosse la consacrazione di uno status quo. Voglio dire: Gesù dicendo ‘beati’ a gente che stava male, non voleva dire: statevene buoni, non state lì a pretendere chissà cosa. Rassegnatevi alla vostra condizione. Tanto, anche per noi non c’è un gran da godere in questo mondo. Ripeto, è sbagliatissimo leggere così la pagina delle Beatitudini.
> Provo allora a dire con mie parole questo discorso di Gesù.
XXXI Domenica
Tempo Ordinario – Anno B
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso"». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Mc 12,28-34