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E l'asino?
Domenica delle Palme
Racconto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
Lc 22,14-23,56
Domenica delle Palme
Racconto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
Lc 22,14-23,56
Omelia di Domenica 6 aprile 2025 - V Domenica di Quaresima
Una donna e Gesù: ecco i protagonisti principali del Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima: una donna sorpresa in peccato di adulterio, che Gesù perdona e a cui Gesù evita l’uccisione per lapidazione, perché questa era la pena prevista per chi faceva quel che lei fece. Un Vangelo quindi tragico, finito bene, grazie a Gesù. Mi soffermo su qualche passaggio del racconto.
V Domenica di Quaresima - Anno C
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Gv 8,1-11
Omelia di Domenica 30 marzo 2025 - IV Domenica di Quaresima
C’era una volta un ragazzo che aveva una gran voglia di libertà. Un giorno decise di andarsene da casa per conoscere il mondo, trovare nuovi amici, godersi la gioventù. All’inizio era tutto nuovo e interessante: volti nuovi, gente allegra, concerti, esperienze mai fatte… proprio quel che cercava. Col passare del tempo però, quella sua nuova vita lo convinceva sempre meno: certe amicizie si rivelarono sbagliate, esperienze scottanti, la prima sniffatina tanto per provare…
IV Domenica di Quaresima - Anno C
In quel tempo (...) Gesù disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane (...) raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.(...) Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro (...) e disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.(...) Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno (...) si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo.(...): “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Luca 15,11-32
Omelia di Domenica 23 marzo 2025 - III Domenica di Quaresima
Nel bel mezzo del Vangelo di questa domenica c’è un raccontino di Gesù: è chiamato ‘la parabola del fico sterile’. L’albero del fico faceva parte del paesaggio mediterraneo. Piantarlo era un augurio di pace, perché preludeva al poter sostare alla sua ombra negli anni a venire. La parabola mette in scena il Signore, rappresentato da un contadino paziente e fiducioso, che desidera avere la possibilità di lavorare attorno a una pianta di fico almeno un anno ancora, per portarlo a dare frutti. Era un fico che non ne voleva sapere di dare frutti. Ecco perché il contadino dice: datemi ancora un anno. Come a dire: se mi vien dato ancora un po' di tempo per lavorarci attorno, vedrete, qualche frutto spunterà.
III Domenica di Quaresima - Anno C
In quel tempo, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. (...) Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Lc 13,1-9
Caro don Fernando,
a seguito delle consultazioni sul diaconato avvenute domenica 9, occorre che da adesso tutto si svolga con serenità e senza pressioni, in primis coloro a cui sarà fatta la proposta del diaconato e alle rispettive mogli, che hanno il diritto di prendere una decisione senza avere la comunità con il fiato sul collo.
1) Al parroco tocca inviare al delegato episcopale e al vicario generale gli esiti delle indicazioni, con una breve presentazione di coloro che hanno ricevuto più indicazioni.
2) Il parroco, anche accompagnato dal viceparroco, incontra il vicario generale e il delegato episcopale per procedere a un primo vaglio delle persone indicate.
3) Il parroco incontra le persone prescelte, insieme alle loro mogli, e propone loro il percorso in vista del diaconato, dando loro un tempo opportuno per riflettere prima di dare una risposta.
4) Coloro che hanno dato il loro assenso, insieme alle loro mogli, incontrano il delegato episcopale, il quale, fatto un proprio discernimento preliminare, presenta l’elenco di coloro che ritiene idonei al Vescovo.
5) Il Vescovo dà il via-libera a coloro che ritiene idonei della lista del delegato episcopale e quest’ultimo comunica ai rispettivi parroci i nominativi di coloro che intraprenderanno il percorso come aspiranti al diaconato. Solo a questo punto tali nominativi saranno resi pubblici alla comunità.
Un caro saluto,
don Daniele Moretto, delegato vescovile per il diaconato
10.03.2025