Domenica 15 settembre 2024
L’omelia di don Fernando a Calerno nella Messa coi bambini
“Chi dice la gente che io sia?  E voi chi dite che io sia?”
Dal Vangelo della Messa

Ho pensato di rispondere a queste due domande di Gesù, usando
parole molto comprensibili a voi bambini. Il titolo di quanto ora dico è

LA CARTA D’ IDENTITA’ DI GESU’

La caratteristica principale
E’ un uomo che è anche Dio.
La sua specialità
Amare. In amore Gesù è il n°1, è come se fosse plurilaureato in amore. Ama tutti, anche chi non fa a modo, anche chi non crede in lui.
I suoi verbi preferiti
Aiutare, consolare, perdonare.
La sua idea più brillante
Ogni persona non vale per l’intelligenza che ha, ma per il cuore che ha.
Gesù ha delle antipatie?
Sì, verso la pigrizia, la falsità, la cattiveria.
I suoi colori preferiti
Il verde (il colore della speranza), il rosso (il sangue dei martiri, cioè di chi muore per amore), l’azzurro (il colore del cielo) che indica quel Paradiso verso cui tutti siamo incamminati.
Il suo lavoro
Occuparsi del bene delle persone.
Il suo punto forte
Una volta che lo si è conosciuto non si riesce più a fare a meno di lui.
Il suo sogno
Portare tutti in Paradiso.
Il suo capolavoro
E’ risorto da morte. Ha messo a morte la morte, in modo da rimanere
vivo e operativo per fare del bene a ogni essere umano.

 

Omelia di Domenica 8 settembre 2024 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Portarono a Gesù un sordomuto, così ci ha riferito il Vangelo. Proviamo a metterci nei panni di quest’uomo. Essere sordo- muti era ed è un dramma, perché significa non riuscire né a dire parole né ad ascoltare parole. Ad esempio, si è nell’ impossibilità di ascoltare musica e canzoni. Un sordomuto, innanzi alla bellezza di una persona o di un panorama o di un’opera d’arte, non riesce a esprimere la sua ammirazione.
Ma scorriamo il testo.

Omelia di Domenica 25 agosto 2024 - XXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Volete andarvene anche voi? E’ una domanda dura di Gesù, che il Vangelo ci ha appena fatto sentire. Perché Cos’era successo? Era successo che i discorsi di Gesù, quelli che abbiamo sentito nei Vangeli delle domeniche scorse, non furono accolti bene da tutti. E ci fu chi disse: Questa parola è dura! Chi può intenderla? Da qui l’amara conclusione: Da quel momento molti dei suoi discepoli non andavano più con lui. Vedete, quando Gesù predicava sapeva che le cose che annunciava erano, sì, importanti, ma anche esigenti. Qualche esempio.

Omelia di Domenica 18 agosto 2024 - XX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Nell’omelia di questa mattina vorrei tener presente il Vangelo di questa domenica e delle tre precedenti. E’ infatti la quarta domenica consecutiva che Gesù nel Vangelo si definisce pane. Queste le sue espressioni: pane vivo, pane di vita, pane disceso dal Cielo, pane di vita eterna. Qualcuno ha commentato così: Sono così numerose le persone nel mondo che hanno tanta fame, che Dio ha pensato bene di presentarsi in forma di pane. Quando in una casa manca il pane, manca la speranza e quando manca la speranza, manca il futuro. Il pane lungo i secoli è diventato un simbolo: è diventato il pane della speranza, il pane del coraggio, il pane eucaristico. Faccio notare però che nei Vangeli di queste domeniche, Gesù, definendosi pane, non lo fa in riferimento all’Eucarestia, ma più in generale a Lui come realtà nutriente. Il cibo infatti non è l’unica realtà nutriente.

Omelia di Giovedì 15 agosto 2024 - Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

Oggi è la festa della donna più importante della storia, Maria di Nazareth. Maria non è un essere divino, è una creatura ma è la più mirabile delle creature. Donna tra le donne, madre tra le madri, accudì come ogni mamma, il suo bambino, lo nutrì al suo seno, lo allevò con la cura e l’affetto che sono propri di tutte le madri. Anche lei un giorno lo vide partire da casa, provando lo stesso struggimento delle madri quando vedono i figli abbandonare il nido familiare e andarsene per il loro destino. E come le madri più sagge, anche lei lo seguì col suo pensiero quotidiano, silenziosa e discreta, restando nell’ombra e in disparte, per ritornargli accanto nell’ora della sofferenza e della morte.

Omelia di Domenica 11 agosto 2024 - XIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Scorrendo le tre letture della Messa, colpisce la figura del profeta Elia (prima lettura). Colpisce perché se è vero che Elia fu il più grande dei profeti/il padre dei profeti, pure lui ebbe i suoi avvilimenti e le sue crisi. Risentiamo il testo: Desideroso di morire, Elia disse: Ora basta, Signore! Prendi la mia vita. E’ un modo per dire: non ce la faccio più, per me è meglio morire che vivere così. Sentiamo dire a volte: Ma che vita è mai questa mia vita! Non ce la faccio più a reggerla!  Non credevo che fosse così faticoso vivere! Mi vien in mente una frase del vescovo Massimo Camisasca: nella vita ci cono alcune soddisfazioni e tante tribolazioni.

Omelia di Domenica 28 luglio 2024 - XVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Tanti anni fa, c’era un ragazzo, ebreo, molto sveglio e intraprendente. Era da mesi che sentiva parlare di un certo Gesù di Nazareth. Ne sentiva parlare come di un uomo speciale, fascinoso, che nel parlare incantava. Beh, un bel giorno si venne a sapere che Gesù era nei paraggi e lui allora non volle assolutamente perdersi quest’occasione. Disse: Lo voglio vedere! Anche per poter dire agli amici: Io l’ho visto! Essendo un ragazzo organizzato e previdente, e sapendo che Gesù non era proprio dietro l’angolo ma che c’era un pezzetto di strada da fare (come da qui a Calerno), si fece dare dalla mamma un pò di merenda. Partì e in una ventina di minuti arrivò dove era Gesù; c’era già tantissima gente. Pian piano si fece spazio e riuscì ad arrivare fin in prima fila, addirittura a pochi metri da Gesù. Era contento e trepidante. Mentre Gesù parlava, diceva tra sé e sé: Ma che belle cose dice! Quando Gesù ebbe finito, lui, essendo lì vicino, riuscì a udire questa frase di Gesù: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Sentendo così, il ragazzo tirò per il vestito uno degli amici di Gesù - Andrea - per dirgli che lui un pò di cibo l’aveva. Andrea vide cosa aveva (5 pani e 2 pesci), ma lì c’erano migliaia di persone a cui dare da mangiare. Andrea comunque riferì la cosa a Gesù: Gesù, c’è qui un ragazzo che dice d’avere 5 pani d’orzo e 2 pesci; ma che cos’è questo per tanta gente? Ed ecco la sorpresa: Gesù disse che quei 5 pani e 2 pesci gli andavano benissimo e chiese che gli venissero portati. Se ne servì per fare il miracolo e sfamare così tutta quella gente.
> Ecco con mie parole il Vangelo di quest’ultima domenica di luglio. Se con 5 pani e 2 pesci Gesù riuscì a sfamare migliaia di persone, e cioè se dal poco seppe ricavarci il molto, beh, pure la vita cristiana procede così. Due esempi tra i tanti.
- Nel 3° sec. d.C., in Egitto, colui che poi diventò S. Antonio abate, entrando per caso in una chiesetta e sentendo le parole del Vangelo Và, lascia tutto e poi vieni e seguimi, rimase come folgorato. Uscì di chiesa, seguì subito alla lettera quelle parole evangeliche e divenne quel santo straordinario che tutti sappiamo. Aveva vent’anni. Il frutto di soli dieci minuti in chiesa fu una vita intera tutta dedita a Dio.
- Secondo esempio. Qualche anno fa, durante un incontro in una parrocchia (non la nostra) un giovane chiese: Se io volessi cambiare questa mia vita un po’ troppo banale, cosa dovrei fare? Il prete presente così disse: Ti rispondo dicendoti quel che è accaduto a me. Ero appena ventenne, visitai un reparto oncologico per bambini. Uscendo, ho pianto. Quel giorno decisi di fare il prete. Anche qui, il frutto di una sola mezz’oretta in un reparto di oncologia per bambini è stata una vita interamente dedicata a Dio e al bene.
> Che conclusione tirare? Questa: noi crediamo in un Gesù che alla divisione preferisce la moltiplicazione. Quindi, se gli mettiamo a disposizione quel poco che siamo e abbiamo, lui può farne una cosa grande.

Signore, il grazie di coloro che tu sfamasti con appena 5 pani e 2 pesci, è anche il
nostro grazie per tutte le moltiplicazioni d’amore e di fede che operi nelle nostre vite.

 

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