Omelia di Domenica 4 maggio 2025 - III Domenica di Pasqua
Il Vangelo di ogni domenica è sempre un regalo che ci arriva. Il brano di oggi ha al suo centro un’esclamazione: è il Signore! E’ il grido con cui l’apostolo Giovanni riconosce che l’uomo che sta sulle rive del lago di Tiberiade è Gesù. Mi vien da dire: Giovanni, insegna anche a noi a riconoscere la presenza del Signore nelle situazioni poco chiare della nostra vita. Donaci la tua capacità avvertire la presenza di Lui attorno a noi. Questa domenica ci consegna una domanda: ci sono nella nostra vita episodi che ci fanno dire ‘ma qui c’è il Signore? Qui c’è Lui!?’ Esclamazioni così possiamo averle durante un corso di esercizi spirituali o durante un pellegrinaggio o durante una bella esperienza comunitaria o innanzi a panorami mozzafiato. Sappiamolo: se nel fare certe esperienze ci vien da dire: “ma qui c’è il Signore! Qui c’è Lui!” rallegriamoci, perché è segno che abbiamo una fede in salute.
> Ancora. Gli apostoli, all’epoca di questo episodio evangelico, non erano ancora sicuri che Gesù fosse risorto. E quindi erano tornati al loro mestiere di prima, alle parole di sempre, tipo quelle che abbiamo sentito: vado a pescare - veniamo anche noi con te. Ora, questo fatto mi fa dire: nella vita è importante ricominciare e sapersi riprendere. Ma attenti: cominciare di nuovo, ma in modo nuovo. Voglio dire, se a seguito di una crisi - matrimoniale o di fede o con gli amici o sul lavoro - ci riprendiamo, tornando però a fare le cose di prima, non risolviamo nulla. Ricominciare per fare esattamente le cose di prima, non ha senso. Occorre invece cominciare di nuovo ma in modo nuovo. E per fare questo non siamo soli, c’è Gesù: in fondo siamo qui a Messa per questo.
> Continuo. C’è un passaggio nel brano che non ci deve sfuggire. E’ questo: “appena scesi a terra, gli apostoli videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.” Fu Gesù a predisporre quel fuoco di brace con cui preparò un pò di cibo. Pensate, Gesù fece una sorpresa per i suoi amici: fece loro trovare la colazione pronta. Che dire? Che Gesù aveva il senso dell’amicizia. Qualche settimana prima, durante l’ultima cena, a quegli stessi apostoli Gesù aveva detto: “voi siete i miei amici”. Ora, per arrivare a fare amicizia con Gesù, un modo è frequentare gli amici di Gesù. Stando con gli amici di Dio si diviene amici di Dio. Se a dipingere s’impara dipingendo, se a nuotare s’impara nuotando, l’amicizia con Dio s’impara stando con gli amici suoi. Sentite cosa disse S. Teresa d’Avila: “Mi direte che basta avere Dio per amico. Ma io vi rispondo che una via eccellente per godere Dio è l'amicizia dei suoi amici. Se io non andrò all'Inferno, dopo Dio, lo dovrò agli amici, alle cui preghiere mi sono sempre raccomandata.”
Concludo allora con questo invito: cerchiamo gli amici di Dio, sappiamo tutti chi sono e dove sono. Frequentiamoli.