Omelia di Domenica 13 Ottobre 2019 - XXVIII del Tempo Ordinario

Lasciamoci prendere per mano dal Vangelo appena ascoltato. Gesù è in cammino verso Gerusalemme. A un certo punto, probabilmente per ristorarsi un poco, entra in un villaggio. Ed ecco la sorpresa: 10 uomini malati di lebbra, cioè privi di speranza e prostrati dall’emarginazione, sentendo di Gesù, gli vanno incontro implorandolo di guarirli. Gesù provvede subito. Solo che il brano termina così: "Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro e si prostrò davanti a Gesù per ringraziarlo. Ma Gesù osservò: Non ne sono stati guariti 10? E gli altri 9 dove sono?” Mi ha fatto riflettere queste parole: e gli altri 9 dove sono? Ho detto tra me e me: mi auguro di non essere anch’io tra questi 9 o come questi 9! Provocato da questo lamento di Gesù, ho pensato di lasciare a me e a voi qualche spunto di riflessione.

Omelia di Domenica 6 Ottobre 2019 - XXVII del Tempo Ordinario

Come è bella l’apertura del Vangelo di questa domenica: Signore, accresci in noi la fede. Sottinteso: diversamente dove mai andremo? Senza una fede non si vive. Senza una qualche fede come riusciremmo a buttar giù i piedi dal letto ogni mattina? Non ci basta sapere che viviamo, vogliamo sapere perché viviamo ed è la fede a dircelo. Il più grande servizio che un educatore può svolgere è trasmettere il perché ci si trova al mondo, e ripeto: la fede ha una risposta. Che ci faccio sulla faccia della terra? Sono al mondo per caso o qualcuno m’ha voluto? Il mio vivere è un navigare a vista oppure ho un tragitto e una meta? Insisto, la fede sa rispondere a queste domande, anzi la vita umana si divide in due periodi: prima e dopo queste domande. Non porsi queste domande ci mantiene nella superficialità, porsi queste domande ci fa essere profondi. Papa Benedetto disse una volta: Chi crede non è mai solo, e voleva dire: chi ha fede è sempre accompagnato da una ragione per vivere. Ancora: visto che la fede è una questione di fiducia, è forse possibile vivere senza mai fidarsi di qualcuno? Ora, la fede è fidarsi di Dio e affidarsi a Lui.

Prende il via domenica 6 ottobre alle 14,30 la diciannovesima edizione della "Sei Ore di Pallavolo in memoria di Federica". Come dice il titolo… segnali confortanti, nel senso che dopo alcuni anni le iscrizioni hanno ripreso vigore e domani vedremo in campo distribuiti in 6 squadre una cinquantina di iscritti, salvo defezioni dell’ultimissimo minuto. Una positiva inversione di tendenza anche in previsione del prossimo anno dove taglieremo il traguardo dei 20 anni di 6 ore, un EVENTO che ci piacerebbe “celebrare” in modo molto particolare (avviso per nuovi… ma soprattutto  vecchi o vecchissimi partecipanti a precedenti edizioni: NON PRENDETE IMPEGNI PER DOMENICA 4 OTTOBRE 2020!).

Tutto pronto intanto per l’edizione di quest’anno, ecco squadre e orari prime partite:

6 Ore Pallavolo

ORE  14,30    ITA     RUS
ORE  14,50    SER    BRA
ORE  15,10    FRA    USA

Inizio fase a eliminazione diretta: ore 17,30    
FINALE ore 19,00 circa

 

Omelia di Domenica 29 Settembre 2019 - XXVI del Tempo Ordinario

Venerdì sera ero in una casa della parrocchia per un incontro di ascolto e riflessione sul Vangelo che abbiamo ascoltato. Letto il brano, alcune domande son venute spontanee: perché quest’uomo ricco è andato all’inferno? E’ una colpa essere ricchi?  Se è andato all’Inferno, in cosa è consistito il suo peccato? Nella cultura del piacere? Nell'amore per il lusso? Nel suo banchettare esageratamente? Un ragazzo ieri pomeriggio mi obiettava: ma perché un uomo, come questo della parabola, che s’è potuto godere la vita s’è meritato l’Inferno? Ho risposto: il peccato di quest’uomo non sono stati i suoi piaceri ma la sua indifferenza, la sua insensibilità, il suo non essersi voluto accorgere di un mendicante – Lazzaro - che era tutti giorni sotto casa sua. Non un gesto, non un boccone, non una parola, non uno sguardo verso quel poveraccio, lasciato solo con i cani. Il suo peccato fu la pigra e soddisfatta indifferenza assoluta. Per lui quel povero era come se non esistesse. Veniamo a noi: nessuno di noi è così cattivo da lanciarsi crudelmente verso chi è messo male, al contrario tutti possiamo essere cattivi da lasciar morire nell’indifferenza i tanti Lazzaro che incontriamo. Il Vangelo di questa domenica lancia un chiaro appello: urge smantellare l’indifferenza! Entriamo meglio in questo argomento che ci riguarda.