Omelia di Domenica 14 gennaio 2024 - II Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Due giovani e Gesù, ecco i protagonisti del Vangelo di questa seconda domenica di gennaio: due giovani che passarono dall’essere discepoli di Giovanni Battista all’essere discepoli di Gesù. Cito testualmente: e i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. I due erano Andrea e Giovanni. Pensate, tra Giovanni Battista e questi due giovani c’era un legame, un affetto, un’amicizia, eppure il Battista, loro padre spirituale, preferì non tenerli al proprio seguito ma li indirizzò a Gesù. Tocchiamo qui il tema importante del distacco.

Omelia di Domenica 7 gennaio 2024 - Battesimo del Signore, Anno B

Questa mattina la mia omelia prende le mosse dalle parole che si udirono mentre Gesù veniva battezzato. Ce le ha riferite il Vangelo: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Tre le parole/chiave di questa dichiarazione: Figlio mio, l’amato, mio compiacimento
- Figlio. Essere figli è essere dello stesso sangue, della stessa pasta del genitore. Chi è generato ha le caratteristiche di chi lo ha generato. Se è vero il binomio causa ed effetto vien da dire: se la causa creatrice è Dio, in tutti gli esseri umani creati c’è una vena, un richiamo, una traccia, una somiglianza con Colui (Dio) che ci ha creati. E’ così che dice la Bibbia: Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza. Chiediamoci allora: chi ci frequenta e ci conosce s’accorge che nel nostro fare, parlare, guardare c’è traccia di Dio?

Omelia di Sabato 6 gennaio 2024 - Epifania del Signore

I Magi, cosa mai avran da dirci personaggi così lontani dalla nostra sensibilità? Risposta: “Hanno - e come! - cose belle e importanti da dirci.”
> Innanzitutto mi piace vedere nel loro lungo e difficile viaggio un appello a essere pure noi come loro: aperti, coraggiosi, non chiusi e né schiavi del proprio orticello di casa. Dio attraverso i Magi ci dice: abbatti le tue pigrizie, allarga i tuoi orizzonti, apri le finestre della mente e osserva quanto il Cielo e la vita hanno di bello, di sano e di costruttivo da offrirti.

Omelia di Lunedì 1 gennaio 2024 - Maria Santissima Madre di Dio

Oggi è la 57a giornata mondiale della pace e la Chiesa, di proposito, ha scelto come prima lettura della Messa, il brano contenente l’augurio di pace che abbiamo sentito. Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Dice e ti conceda pace. Vi racconto una storia, vera. Guerra di Russia/Seconda Guerra Mondiale. In un'aperta campagna, s'aggirava, stremato e senza più energie, un soldato, Mario. I suoi amici eran rimasti tutti uccisi. Vagava per i campi senza sapere dove stava andando. Oltre che stremato, aveva tantissima fame.

Omelia di Domenica 31 dicembre 2023 - Domenica fra l'ottava di Natale, anno B

Questa mattina presto, nel pensare all’omelia da fare, ho letto attentamente le tre letture della Messa. L’occhio è caduto su due parole della seconda lettura (per fede), che sono una sorta di ritornello. Cito il testo: Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, divenne madre. Se avete il tempo di leggere nella Bibbia il cap. 11 della lettera agli Ebrei, da cui è tratta la lettura, vedrete che di continuo si dice per fede. Lo si dice di Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Raab: tutte persone che “per fede” - lo sottolinea bene il capitolo - fecero le loro grandi scelte di vita. Ho pensato allora che potesse starci bene, oggi, come omelia, un richiamo al valore della fede.

Omelie del 25 e 26 Dicembre

25 dicembre - Santo Natale

(Messa della notte) La grande ruota della storia ha sempre avuto la stessa direzione: dal piccolo verso il grande, chi ha di meno cerca di avere di più, chi ha poco desidera il tanto, chi è debole vuole essere forte. Invece, a Natale la grande ruota della storia s’è come bloccata, ha girato all’incontrario: Dio verso l’uomo, il grande verso il piccolo, il cielo si dirige verso la terra, i sapienti Magi arrivano da un neonato. Ecco il Natale: Dio cerca la piccolezza, Dio ama la piccolezza: una stalla diviene il luogo di Dio, la liturgia più santa si celebra non tra incensi e candele ma tra paglia, respiro di animali e pianto di un bimbo. Un teologo brasiliano ha detto: Nel mondo tutti vogliono crescere. Ogni bambino vuole essere uomo. Ogni uomo vuole essere re. Ogni re vuole essere ‘dio’. Solo Dio vuole essere bambino.

Omelia di Domenica 24 dicembre 2023 - IV Domenica di Avvento, anno B

Tutti gli anni, il Vangelo della domenica che precede il Natale parla di Maria, perché? Perché è il modo più bello di giungere al Natale. In compagnia di Maria c’è sempre e solo da guadagnarci… in bene, in speranza, in disposizioni buone. Il Vangelo di questa domenica, avendolo già ascoltato qualche giorno fa e l’8 dicembre, ho pensato di meditarlo soffermandomi su un dettaglio, che poi dettaglio non è. Mi sto riferendo alle due parole (non temere) che l’Angelo Gabriele rivolge a Maria.

Omelia di Domenica 17 dicembre 2023 - III Domenica di Avvento, anno B

Fratelli, siate sempre lieti e in ogni cosa rendete grazie: questa è la volontà di Dio. Così si è aperta la seconda lettura della Messa. Notate: all’invito a essere lieti e a rendere grazie, seguono le parole “questa è la volontà di Dio”. E cioè: essere lieti e rendere grazie rientra in ciò che vuole Dio. Mi soffermo su ciascuno di questi due inviti.

Omelia di Domenica 10 dicembre 2023 - II Domenica di Avvento, anno B

Oggi, diversamente dal solito, ho pensato di lasciarmi ispirare dalla prima lettura della Messa. Contiene un invito che il profeta Isaia a nome di Dio indirizzò al popolo ebreo: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta.” Cos’era successo? Che il popolo ebreo, in esilio, lontano dalla sua terra (siamo attorno al 700 a.C.), si vide raggiunto da un annuncio straordinario, l’annuncio della fine di quell’epoca tanto triste. Dio volle dire in quella circostanza: Popolo mio, amato, il tempo della tua tribolazione è finito, ora puoi guardare con fiducia al tuo futuro. Quindi, le due parole “consolate, consolate” stanno per: rincuoratevi, risollevatevi, in alto i cuori, perché il brutto sta per finire e il bello sta affiorando. Proviamo adesso a lasciare quest’epoca lontana, per vedere se pure noi, oggi, abbiamo bisogno di un messaggio simile. Io dico di sì.

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