Omelia di Domenica 13 Gennaio 2019 – II^ del Tempo Ordinario

Siamo nella domenica del battesimo di Gesù e il Vangelo ce ne ha appena parlato. Su queste parole intendo soffermarmi: discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma di colomba.
Dunque, è una colomba uno dei simboli del Battesimo.
Io questa mattina, come ho fatto con la stella dei Magi domenica scorsa, cercherò di dire qualcosa su questo simbolo.
Più volte la Bibbia menziona la colomba. Il racconto biblico della creazione si apre così: lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque (Gn. 1, 2). E nel racconto del diluvio si parla di una colomba quale segno che le acque si erano ritirate e che il brutto era passato.
Pure Gesù un giorno, parlando per immagini come gli piaceva fare, disse: siate come colombe (cfr. Mt. 10, 16).

Omelia di Domenica 6 Gennaio 2019 – Epifania del Signore

I Magi, cosa mai avranno da dirci personaggi così lontani dalla nostra sensibilità?
Io credo tantissimo.
Una cosa che è ben messa in luce nel racconto evangelico è il loro sguardo, non in qualsiasi direzione, ma verso l’alto.
Dicono infatti: Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti ad adorarlo. Scrutavano l’alto, non il basso: in alto, perché? Perché le notizie più belle vengono dal Cielo, non dalla terra.
Pure la Prima Lettura ci ha detto: alza gli occhi e guarda! Se vogliamo sapere chi è davvero qualcuno, osserviamo la direzione del suo sguardo.

Omelia di Martedì 1 Gennaio 2019 – Maria Santissima Madre di Dio

Il 1° gennaio è un giorno di auguri, e infatti la prima lettura della Messa ci ha fatto sentire gli auguri di Dio: Il Signore ti benedica e ti custodisca, faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Non so se ci siano parole più belle per iniziare un nuovo anno: ringraziamo la Parola di Dio.
In questo augurio da parte di Dio, mi colpisce l’espressione il Signore farà risplendere su te il suo volto.
Mi colpisce perché lascia intendere che Dio più che fare gli auguri è un augurio. Fateci caso, un nuovo anno di solito è atteso e festeggiato con botti e spumante, anche se poi la piega che prende, spesso non è quella desiderata. Non è un caso infatti che attenuiamo l’espressione così: speriamo che il nuovo anno sia migliore. Io credo che per non restare ogni volta delusi, dovremmo cambiare la prospettiva, e anziché fare gli auguri, dovremmo essere auguri, diventare cioè un augurio gli uni per gli altri.

Omelia di Lunedì 31 Dicembre 2018

Siamo giunti alla fine del 2018 e alle soglie del 2019.
Che cosa si aspetta il Signore da noi in questo passaggio di anno?
Meglio, che cosa ci chiede il Signore in questo volgere del tempo?
> Non ci vuole un grande fiuto per cogliere che nella nostra società sempre più le cose cambiano. Nel seguire certe trasmissioni televisive, s’avverte il cambiamento degli italiani in tema di scelte politiche, culturali, religiose.
Ora, questo nuovo che avanza, ci piaccia o no, è quello con cui noi cristiani dobbiamo rapportarci, diversamente salta la nostra testimonianza.
Il Signore ci ha pensato per rimanere, non per fuggire. Siate non del mondo ma nel mondo, ci ha detto Gesù.
La chiamata quindi è a operare in questa società e non malgrado questa società.

Omelia del 25 Dicembre 2018 Natale del Signore - Messa del Giorno

Mi son detto in questi giorni: nessuna religione se non quella cristiana crede in un Dio che s’è mostrato al mondo nella forma di un bambino.
Non solo, s’è presentato come un bambino che nasce da una coppia di poveri, che nasce in una mangiatoia, che nasce in un paese, la Palestina, tra i più marginali della terra.
Solo chi conosceva le Sacre Scritture poteva immaginare un Dio nella forma di un neonato, il quale come tutti i neonati, si mette a cercare sul petto della mamma il modo di allattarsi.
E pensiamo anche a Maria sua madre, che avrà pensato: Questo piccino che ho fra le mani è il mio Dio. Questa carne divina proviene dalla mia carne. Questo mio Gesù è fatto di me, ha i miei occhi, ha la forma della mia bocca, mi assomiglia. Ho fra le mani un Dio che m’assomiglia!

Omelia del 25 Dicembre 2018 Natale del Signore - Messa della Notte 

Se a tutti noi che siamo qui a Messa fosse bastato il Natale dei negozi, non saremmo qui adesso: saremmo rimasti là dove sono i regali. Non ci saremmo mossi.
E invece ci siamo mossi, ci siamo messi in cammino, perché il vero Natale lo si celebra come stiamo facendo noi adesso e come sta facendo in questo momento tutto il mando cristiano.
Il vero Natale è la celebrazione del più bel gesto di Dio verso l’umanità, il dono del suo figlio Gesù.
Ho parlato di gesto di proposito, perché se abbiamo ascoltato attentamente il Vangelo, avremo notato che i protagonisti del Natale (Giuseppe, Maria e Gesù) compiono gesti ma non dicono una parola. Parlano i pastori, cantano gli angeli, ma loro non proferiscono parola.

Omelia di Domenica 23 Dicembre 2018 IV^ di Avvento

Questa mattina è davanti a noi un passo del Vangelo tra i miei preferiti, dove le protagoniste sono due donne, meglio due mamme, Maria madre di Gesù ed Elisabetta, madre di Giovanni Battista.
Io adesso non farò altro che scorrere questo quadretto evangelico commentandolo nelle sue diverse parti.
- La 1^ cosa su cui mi soffermo è questa: Elisabetta e Maria. essendo entrambe incinte, sono una bell'immagine del cristiano.
Dico così perché una donna in attesa non ha bisogno di dare spiegazioni, basta guardarla ed è evidente cosa le sta accadendo. Essa è viva di due vite, battono in lei due cuori, che non è possibile separare.
Bene, così è il cristiano: grazie ai sacramenti a cui s’accosta, pure lui è abitato da un'altra vita, quella di Dio, respira con il respiro di Dio, sente coi sentimenti di Cristo, possiede due cuori, il proprio e quello di Gesù, inseparabili. Mi chiedo: siamo consapevoli di essere abitati da una così grande ricchezza?

Omelia Domenica 9 Dicembre 2018 II^ di Avvento

Se dovessi dare un titolo alla Parola di Dio appena ascoltata direi così: LAVORI IN CORSO.
Sto parlando così perché il Vangelo ci ha parlato di sentieri da raddrizzare, burroni da riempire e montagne da spianare. E pure il profeta nella Prima lettura ci ha parlato di alte montagne e rupi da spianare, di valli da colmare e di terreni da livellare.
Ma che significato ha questo modo di parlare?

Omelia Sabato 8 Dicembre 2018 Solennità Immacolata Concezione della B. V. Maria

Oggi nessuno sia triste! Mi fanno parlare così due espressioni dell’angelo Gabriele, ascoltate nel Vangelo: rallegrati e non temere.
Proviamo a lasciarci ispirare da questi due inviti rivolti a Maria, rallegrati e non temere.
> Se la notizia di Maria, madre di Gesù, ebbe come parola d’apertura rallegrati, è segno che fu un annuncio di gioia ad introdurre il Cristianesimo nel mondo.
Notate: l’Angelo non disse ciao, come stai?, no no! Usò una parola ben più carica: rallegrati! Cioè, gioisci, esulta, vibra di felicità! Non immagini Maria quanto sia straordinario ciò che sto per dirti. Sono contento che il Vangelo di questo solenne sabato ponga alla nostra attenzione la parola rallegrati!

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