Omelia di Domenica 18 ottobre 2020 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; così si è concluso il Vangelo appena ascoltato. Il nome ‘Cesare’ indicava lo Stato, per cui il senso della frase di Gesù è: anche i credenti devono adempiere verso lo Stato i doveri di tutti i cittadini: da quelli meno gradevoli come il pagamento delle tasse fino all’essere collaborativi. Uno Stato senza la collaborazione dei cittadini va poco lontano. Ma a noi della frase di Gesù interessa più la 2^ parte, date a Dio quel che è di Dio. E’ un richiamo a essere con Dio, giusti. E se essere giusti significa dare a ciascuno il suo, vien da chiedersi: dò a Dio il dovuto spazio? Adempio i miei doveri verso di Lui? Gli dò l’onore che si merita? Se è vero che il Signore ha dato la vita per me, perché allora gli riservo spesso le briciole del mio tempo? Se ogni rapporto è fatto di reciprocità, cioè di un dare e di un ricevere, è sul dare che il Vangelo di questa domenica c’invita a riflettere. Dunque, dare a Dio: cosa vorrà...

Omelia di Domenica 11 ottobre 2020 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Anche questa domenica ci consegna una parabola di Gesù. Ascoltandola, balza agli occhi la tristezza di Dio, simboleggiato dal re di cui si parla. Pensate, in quella città si sposava il figlio del re, l'erede al trono, ma nessuno intendeva andare alla festa, nessuno sembrava interessato. Quel re dunque, nel constatare che la sua sala sarebbe rimasta vuota di commensali, provò una fitta al cuore. Ma ripercorriamo il racconto.

Omelia di Domenica 4 ottobre 2020 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Due parole riassumono il Vangelo di questa domenica: portare frutto. Sono parole che ci vengono suggerite dal finale del Vangelo di questa domenica: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Nella simbologia della parabola la vigna è il mondo e coloro che la lavorano, noi, siamo chiamati a farla fruttificare al meglio. Per il Vangelo il mondo appartiene a chi lo rende migliore, a chi lo fa fiorire al meglio.

Omelia di Domenica 20 settembre 2020 - XXV Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Un consiglio: non facciamo leggere il Vangelo di questa domenica a qualche sindacalista perché potrebbe arrabbiarsi. E giustamente, perché da quando in qua chi lavora 1 ora prende una paga uguale a chi lavora 8 ore? Cerchiamo allora di vedere perché Gesù raccontò una parabola così. La narrazione inizia con l’ingaggio di operai da parte di un padrone. E già questo è molto strano, perché i proprietari, allora, non entravano direttamente a contatto con i lavoratori, spesso sporchi, vestiti con abiti indecenti e comunque rozzi. Mandavano un loro amministratore. Ora, se si dice invece che quella volta andò direttamente il padrone, che nella simbologia della parabola è Dio, è per mostrare la sollecitudine del Signore, padrone buono, che vuole vedere in faccia i lavoratori della sua vigna per stipulare con essi accordi buoni.

Omelia di Domenica 13 settembre 2020 - XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a 7 volte?  E’ con questa domanda dell’apostolo Pietro che si apre il Vangelo di questa Messa. Notate, non si dice se il tuo nemico commette colpe contro di me, ma se un tuo fratello commette colpe contro di te. Dicendo ‘fratello’ e non ‘nemico’, il tema del brano è il perdono dell’amico e non del nemico. Il Vangelo di questa domenica ci chiede di metterci innanzi alle nostre amicizie o ai nostri familiari o alla nostra comunità e lì verificare lo stato di salute del perdono reciproco.

Omelia di Domenica 6 settembre 2020 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello. Così è iniziato il Vangelo di questa 1^ domenica di settembre, un inizio che mi fa venire in mente una citazione molto simile: se non interrompi il tuo amico mentre sta commettendo un errore, gli sei nemico, non amico. Per Gesù, lasciare uno nell’errore è non volergli bene. Per Gesù siamo responsabili gli uni degli altri. O se volete, siamo custodi gli uni degli altri; ognuno ha in carico l’altro; l’altro è un altro me stesso.

La mia omelia, stamattina, prende le mosse dalla 1^ lettura della Messa che contiene lo sfogo di un importante uomo di Dio, il profeta Geremia. Cito un passaggio delle sue parole: Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Mi colpiscono le 2 parole fuoco ardente: indicano che in Geremia, nonostante tutto quello stava passando, non si era affatto spenta la passione amorosa per Dio. Vengono in mente le parole che il pomeriggio di Pasqua dissero i 2 discepoli di Emmaus riguardo al loro incontro con Gesù: Non ci ardeva il cuore in petto mentre ci spiegava le scritture? Vien da chiedersi: noi credenti sappiamo mostrare, come Geremia e i 2 discepoli, che Dio seduce ancora? Sappiamo mostrare che Dio sa ancora catturare i cuori? Sappiamo mostrare che Dio sa ancora intercettare i desideri più veri delle persone? Queste domande hanno poi una conseguenza: vivo la vita cristiana solo come un dovere o anche e soprattutto come slancio, passione, seduzione direbbe il nostro profeta?!

Omelia di Domenica 23 Agosto 2020 - XXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Il Vangelo di questa domenica ci dà l’occasione per interrogarci sul perché facciamo le cose e soprattutto sul perché delle nostre scelte cristiane. Ci sono persone, compresi noi forse, che è da una vita che fanno le solite cose, senza più chiedersi il perché o senza rendersi conto che vanno rinnovate le motivazioni. Il testo del Vangelo ci ha appena riferito che Gesù un giorno si appartò coi suoi apostoli e chiese loro alcune cose (le dico con mie parole): vi sta bene continuare a stare al mio seguito? Siete ancora motivati come all’inizio o qualcosa s’è rotto nel frattempo? Io per voi chi sono, chi rappresento?

Omelia di Domenica 16 Agosto 2020 - XX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Mi vien da intitolare così il Vangelo di questa domenica: Anche Gesù cambiava idea. Abituato com’era all’ ascolto vero delle persone, là dove intravedeva un’idea buona, anche se diversa dalla sua, l’apprezzava e la raccoglieva. D’altronde Gesù era uomo, oltre che Dio, e il cambiare è di ogni umana persona Il Vangelo riporta 2 episodi in cui Gesù, incalzato - guarda caso, tutte e 2 le volte da 1 donna - cambia strategia. Il 1° dei 2 episodi fu una festa di nozze, a Cana, quando la Madonna facendo presente a Gesù che era venuto a meno il vino, di fatto lo spinse a fare il miracolo anche se non era nei suoi progetti. Il 2° episodio lo abbiamo appena ascoltato dal Vangelo: una donna pagana fa cambiare idea a Gesù.

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