La scuola ha come fine innanzitutto di aprire la nostra mente e il nostro cuore all’incontro con la realtà, attraverso le diverse materie che altro non sono se non differenti approcci e tentativi di lettura dell’unica realtà di cui siamo fatti, che ci costituisce e ci circonda.
La scuola è un incontro con l’uomo, con gli uomini e le donne, con la loro storia, le loro attese, i loro problemi, le loro speranze.
La scuola è poi un incontro tra persone. Tra studenti, che possono scoprire la realtà comunitaria in cui sono inseriti fin dalla nascita e sperimentare che si vive solo assieme agli altri, imparando a lavorare, studiare, divertirsi con gli altri. La scuola è soprattutto incontro tra studenti e insegnanti, in una trasmissione delle conoscenze che, anche nel tempo delle tecnologie, esige il rapporto personale tra lo studente e una persona più grande, che possa aiutarlo ad aprirsi alla vita in tutte le sue espressioni.
Cari studenti, una parola finale per voi. Vi auguro di trovare nella scuola chi vi aiuti ad innamorarvi di ciò che è bene, che è bello, che dà speranza e capacità di amare. Vi auguro di trovare chi vi apra al futuro facendovi conoscere le ricchezze della storia passata e presente. Sono certo che troverete adulti che rispetteranno e aiuteranno il vostro cammino di crescita verso la maturità.
È l’augurio del vescovo. Vorrei per tutti essere il vostro
+ vescovo, Massimo.
Carlo Borghi: prete, scienziato e poeta. Una vita donata alla fede
Presentare il professor don Carlo Borghi non è impresa da poco: sacerdote e scienziato ma anche letterato, poeta, musicista, pittore; sono solo alcuni aspetti di una personalità fuori del comune, è il tentativo di avvicinarci a un uomo il cui genio è stato ed è tuttora sconosciuto al grande pubblico. Nell’Anno della fede vorremmo far conoscere la vita di questo sacerdote, il suo pensiero, le sue opere, per poter approfondire il tema della non opposizione tra scienza e fede, tra fede e ragione, argomento di grande attualità e molto caro sia a Giovanni Paolo II che a Papa Benedetto.
XXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. (...)
Ehilà bella gente, anche quest’anno abbiamo concluso un fantastico Grest pieno di emozioni e felicità con gli ultimi tre appuntamenti del 2013: il 2, 4 e 6 settembre.
Novità di questa ultima parte di Grest è stata una gestione delle attività affidata ai giovincelli, che si sono impegnati in prima linea per la realizzazione dei giochi e nell’organizzazione delle giornate. In particolare vi è stato un passaggio di testimone nel tenere le redini del Grest fra la Rita Bruno e sua figlia Monica che, nonostante la giovane età ha dimostrato grandi capacità. A fare da spalla alla nostra giovane condottiera c’era la nostra pacata Paola che vanta un’abbondante esperienza sul campo.
XXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C
(...) «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. (...) Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Un po’ sentivamo la mancanza dei nostri ragazzi, un po’ si stava avvicinando la partenza del Moro per Barcellona e così noi catechisti della futura seconda media abbiamo pensato di organizzare un ritrovo di classe un po’ alternativo!
Dovendo tenere conto di turni al lavoro ed esami all’università la scelta della data è caduta obbligatoriamente sui giorni 23 e 24 agosto; qualcuno dei ragazzi era ancora in vacanza ed è stato un peccato perché sarebbe stato un appuntamento veramente perfetto se ci fossero stati anche Nico e la Carlotta con la loro tranquillità e Maicol, Leo, Cri, Mauri e Matte con la loro confusione!
Nonostante le assenze tutto è andato alla grande:
Redagno 2013 - Campeggio delle Famiglie
Partiamo da Calerno con la benedizione del Don, martedì 6 agosto, non proprio all’alba! Arrivo e pranzo al sacco nella casa “Unterhauser” a Redagno con tanto di squisite torte, dolci e salate, preparate a casa dalle mamme e dalle nonne presenti: l’ottimo vino di Nobili completa il primo pranzo insieme.
Si ride, si scherza, c’è feeling… cominciamo bene! Alla fine dopo grappe e grappini abbondanti, Paola ci spiega un po’ il senso del campeggio, ci ricorda e ci rende presenti tutte le persone che hanno “fatto” i campeggi e che oggi sono in cielo con il Signore, in modo particolare il ricordo va subito al nostro grande Giorgetto. Paola è commossa, noi con lei, è bello così!
«Si udì una voce dal cielo che disse a Mosè: “Mosè, è la fine, il tempo della tua morte è venuto”. Mosè disse a Dio: “Ti supplico, non mi abbandonare nelle mani dell’Angelo della morte! Ma Dio scese dall’alto dei cieli per prendere l’anima di Mosè e gli disse: “Mosè, chiudi gli occhi, posa le mani sul petto e accosta i piedi”. Mosè fece come Dio gli aveva ordinato. Allora Dio baciò Mosè per l’ultima volta e prese la sua anima con un bacio della sua bocca».
2848, 2873, 2626, 3152... no, non sono numeri del lotto, ma solamente alcuni degli obiettivi raggiunti sulle vette della Val di Fassa nel corso dell'ultimo campeggio trascorso a Moena.
Non ci siamo però limitati alle cifre: stare insieme, aver rispetto, non lamentarsi e fare il primo passo sono state le parole che hanno guidato questa nostra esperienza che solo chi ha vissuto di persona può descrivere.