Omelia XXVIII^ Domenica del Tempo Ordinario 14 Ottobre 2018

Questa mattina è davanti a noi un Vangelo ricco di spunti di riflessione: per motivi di tempo, ne raccoglierò solo due.
> Il 1° - Quell’uomo si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, possedeva infatti molti beni. Cos’era successo? Che un uomo ricco non accettò l’invito di Gesù a seguirlo perché con una scelta del genere avrebbe dovuto rinunciare alle sue tante ricchezze.
Ecco un tema su cui questa domenica ci chiama a riflettere: noi e il denaro.
L’uomo ricco del Vangelo era come stato rubato dal denaro, era divenuto una pedina in mano al dio denaro.
S’era dimenticato che il denaro è senza cuore.
I soldi, se non si sta attenti, plasmano a propria immagine e somiglianza, rendendo pure le persone senza cuore.
Il pericolo è che il denaro diventi una schiavitù.
Contare i soldi è un genere di lavoro che piace a tanti. Un attaccamento eccessivo al denaro fa sì che esso diventi la nostra seconda pelle, la nostra seconda identità. I soldi possono diventare un’ossessione: chi non li ha perché non li ha, chi li ha perché li ha.
C’è chi non ha soldi e proprio per questo non pensa ad altro, chi invece ne ha tanti e proprio per questo ritiene sempre di non averne abbastanza.

Omelia XXVII^ Domenica del Tempo Ordinario 7 Ottobre 2018

Non è bene che l’uomo sia solo: così si è aperta la 1^ lettura della Messa.
E’ una frase dove la parola solo ha un significato amaro, di solitudine e isolamento. Pensate, nella Bibbia il primo male di cui si parla non è il peccato ma la solitudine. E’ male che l’uomo sia solo: ‘male’ perché? Perché non c’è nessuno che basti a se stesso, nessuno che sia felice da solo, nessuno che viva bene senza nessuno accanto.
La 1^ lettura e il Vangelo di questa Messa vengono a ricordarci che siamo stati creati per amare ed essere amati.
Matrimoni, amicizie, comunità sono modi con cui si aggredisce la solitudine. E infatti la nostra lettura subito dopo aver detto non è bene che l’uomo sia solo, parla del matrimonio.
La felicità è amore, nient’altro.
Qualcuno ha detto: Se non hai ancora amato, non dire che hai vissuto pienamente.
> A dire il vero, l’essere soli non è sempre una cosa negativa. Non ci diciamo a volte: ma prenditi una pausa, stacca la spina?
Io ad esempio che, grazie a Dio, non soffro di solitudine, spesso desidero/cerco spazi in cui poter essere solo, o meglio io e il Signore e basta.
Quand’ero ragazzo pensavo che la cosa peggiore della vita fosse restare solo.
A 18/20 anni la solitudine spaventa.

Omelia Domenica 30 Settembre 2018 XXVI^ del T. O.

Il Vangelo di questa domenica si apre con un botta e risposta tra l’apostolo Giovanni e Gesù.
Era successo che un uomo, sconosciuto ai più, compiva riti di guarigione sulle persone nel nome di Cristo.
Ora secondo Giovanni non poteva farlo perché non era uno del gruppo dei discepoli. E quindi avvicinò quell’uomo e gli intimò di smettere. Gesù, saputa la cosa, reagì così: Non glielo impedire, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Anche la 1^ lettura ci ha riferito un episodio simile, qui anziché Gesù c’era Mosè. Cito il passo: Un giovane corse a dire a Mosè: ‘Eldad e Medad profetizzano nell'accampamento.’ Giosuè, servitore di Mosè, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscilo!». Ma Mosè gli disse: ‘Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!’ Cosa dire di questi 2 episodi?
Che furono 2 gli errori di Giosuè e Giovanni, da cui anche noi dobbiamo guardarci.

Omelia XXV^ Domenica del Tempo Ordinario 23 Settembre 2018

In questa mia omelia mi limiterò a sottolineare alcune frasi del testo evangelico ascoltato. Parto dalla prima.
> Per la strada gli apostoli avevano discusso di chi tra loro fosse il grande.
Non è esattamente quel che accade a noi? Quante volte pensiamo: tra noi chi è il più bravo, il più capace, il più affascinante, il più cercato?
E questo modo di pensare è in fondo l’istinto primordiale del potere che si dirama ovunque: nelle famiglie, nelle partite sportive, nel gruppo degli amici, nella parrocchia, sul posto di lavoro.
Un tale istinto se non è tenuto a freno, distrugge le relazioni.
Il potere non è solo di chi ha molti soldi o di chi è al governo di una nazione, il potere è di chi sa di avere un certo influsso sulle persone che ha vicino.
E il rischio di chi ha potere, influsso, condizionamento è di dominare o approfittarne, non di fare il vero bene delle persone.

Omelia XXIV^ Domenica del Tempo Ordinario 16 Settembre 2018

La gente, chi dice che io sia?
E subito dopo: E voi, chi dite che io sia?
Queste due domande di Gesù risuonate nel Vangelo di questa 3^ domenica di settembre ci invitano a verificare lo stato di salute del nostro rapporto con Gesù.
E ci fanno chiedere: Gesù nella mia vita è una priorità? Gesù è una mia scelta? Gesù è una fede?
> Ora, dico subito che un nostro rischio non è quello di rifiutare Gesù – non saremmo qui a Messa in questo momento - ma quello di collocare accanto a Gesù, persone, valori o cose rendendoli piccoli dei, idoli, al cui servizio ci mettiamo, togliendo così spazio all’unico e vero Signore della nostra vita, Gesù.
Da una parte diciamo credo in un solo Dio, di fatto lungo le nostre giornata sono altre le divinità a cui teniamo.

Omelia XXIII^ Domenica del Tempo Ordinario 9 Settembre 2018

Il Vangelo ci ha appena fatto sentire il racconto della guarigione di un sordomuto da parte di Gesù, e però il vero intento del brano non è dare evidenza ad un miracolo, ma farci capire che quel sordomuto è ognuno di noi.
Siamo anche noi dei sordomuti: quante cose sentiamo, ma facciamo i sordi e quante cose dovremmo dire, ma restiamo muti.
Ecco perché anche noi abbiamo bisogno di un intervento sanante di Gesù. E siamo qui a Messa apposta.
Nel nostro brano c’è una parola che Gesù pronuncia e su cui vorrei riflettere. La parola è apriti! Cito testualmente: Gesù guardando verso il cielo, emise un sospiro e disse al sordomuto: Effatà, cioè: Apriti! E subito gli si aprirono gli orecchi. Se l’invito APRITI! è rivolto anche a noi, ci chiediamo: ci sono dentro di noi chiusure che dobbiamo aprire? Ci sono dentro di noi blocchi che vanno sbloccati? Se Gesù aprì le orecchie a quell’uomo ridandogli l’udito, nel caso nostro cos’è che dovrebbe aprire dentro di noi? Nella nostra vita, quali sono le porte da aprire, le finestre da aprire?

Omelia XXII^ Domenica del Tempo Ordinario 2 Settembre 2018

Questa 1^ domenica di settembre ci mette innanzi una pagina di Vangelo contenente una delle tante discussioni accese tra Gesù e i suoi oppositori.
La discussione riguardava quella marea di minute prescrizioni (erano ben 613) che regolavano la vita personale e sociale della gente. Tali regole spesso intristivano la vita perché c’era sempre il rischio di sbagliare, talmente erano tante e minuziose. Prenderci era pressoché impossibile, per cui vivere da credenti era diventato un vivere di scrupoli e di paure.
Da qui la condanna di Gesù, perché scrupoli e paure sono la rovina della religione. La religione non dev’essere un tormento e nemmeno un fatto esteriore, meccanico, bensì un’esperienza autentica, liberante, bella.
Nella discussione di quella volta, l’argomento che Gesù oppose ai suoi interlocutori era il primato dell’interiorità, vale a dire il primato dell’essere sul fare, sull’avere, sull’apparire.
Se io valgo qualcosa è per come sono dentro, non fuori.

Omelia XXI^ Domenica del Tempo Ordinario 26 Agosto 2018

Probabilmente ci è parsa eccessiva la domanda di Gesù agli apostoli che il Vangelo ci ha riportato: Volete andarvene anche voi?
Perché Gesù parlò così? Cos’era successo? Era successo che il discorso di Gesù che abbiamo ascoltato nei Vangeli delle scorse domeniche non fu accolto bene dagli ascoltatori, i quali reagirono nel modo che abbiamo sentito: Questa parola è dura! Chi può intenderla?
Da qui l’amara conclusione: Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. [...] Vedete, Gesù, nell’esporre il suo messaggio non tacque gli aspetti più difficili da capire o da vivere.
Vi faccio una carrellata delle parole molto esigenti dell’insegnamento di Gesù:
- Và, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e poi vieni e seguimi.
- Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me.
- E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli.
- Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna (domenica scorsa).
- Amate i vostri nemici
- E poi..il famoso discorso delle beatitudini: beati voi che piangete, beati voi perseguitati, ...

Omelia XX^ Domenica del Tempo Ordinario 19 Agosto 2018

L’omelia di questa mattina tiene presente il Vangelo di questa domenica e delle tre precedenti. E’ infatti la 4^ domenica consecutiva che il Vangelo utilizza la parola pane per definire Gesù. Le espressioni che abbiamo sentito sono queste: pane vivo, pane di vita, pane disceso dal Cielo, pane di vita eterna.
Ha detto qualcuno: Sono così numerose le persone nel mondo che hanno tanta fame, che Dio ha pensato bene di presentarsi in forma di pane. Ogni uomo e donna dipendono sempre da un po’ di pane e da un bicchiere d’acqua. Quando manca il pane, manca la speranza e quando manca la speranza, manca il futuro. La vita, è vero, è più del pane, ma non può fare a meno del pane.
Il pane lungo il corso del tempo è diventato un simbolo: rappresenta tutto ciò che ci fa vivere. E’ diventato il pane della speranza, il pane del coraggio, il pane della vita, fin il pane eucaristico per decisione di Gesù.
Se ciascuno di noi oggi è ancora in vita, lo deve ad un incredibile intreccio di circostanze favorevoli.

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