Omelia di Domenica 9 Febbraio 2020 - V Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Il Vangelo di questa domenica ci mette davanti 2 definizioni di cristiano: luce del mondo e sale della terra. Sul cristiano luce del mondo mi son già intrattenuto qualche domenica fa, provo a dire qualcosa sul cristiano sale della terra. Risentiamo le parole di Gesù: voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? Mi son detto: se Gesù paragona noi cristiani a del sale, è perché ci vuole persone non insipide, ma saporose, non inodore ma profumate di Vangelo. Pensate, il Signore, nel definire il cristiano ricorre ad un ingrediente di cucina, il sale. Mi viene in mente quando entriamo in cucina verso l’ora di pranzo: non respiriamo un buon profumino? Bè, applicando questa domanda a noi, chiediamoci: cosa vuol dire avere addosso il profumo del Vangelo?  2 storielle ci aiutano a rispondere.

Omelia di Domenica 2 Febbraio 2020 - Presentazione del Signore, Anno A

Il Vangelo di questa S. Messa ci presenta un anziano (Simeone) che prende in braccio un bimbo piccolo (Gesù). M’è venuto da collegare questa scena evangelica a una foto di 2 anni fa che fa fece il giro del web, una foto che non riesco a dimenticare e che tutt’ora è dentro di me. Raffigura un bimbo piccolo non però in braccia ai genitori o ai nonni, ma che giaceva morto sulle spalle del fratellino, un ragazzino giapponese di 10 anni. La foto lo inquadrava col volto impietrito, fisso in avanti, immobile, come se non volesse disturbare il fratellino, che comunque giaceva morto sulle sue spalle. La foto è da collegare a una storia risalente al 1945 e documenta gli effetti nefasti della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Il Papa commentò così questa foto: uno scatto che vale più di mille parole. Ma cos’era successo?

Omelia di Domenica 26 Gennaio 2020 - III Domenica del Tempo ordinario, Anno A

Questa mattina ci aiutano a capire il Vangelo appena ascoltato 4 pescatori. Non 4 teologi, non 4 vescovi, non 4 premi nobel, ma 4 pescatori, più precisamente 2 coppie di fratelli: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. Abitavano a Cafarnao, una località della Palestina, che dava su un lago. Molti degli abitanti facevano i pescatori. Bè, un bel giorno, proprio mentre questi 4 fratelli pescano, si avvicina a loro Gesù di Nazareth, s’intrattiene con loro e a un certo punto fa loro una proposta davvero inattesa: ‘perché non vi mettete in società con me nella diffusione del Vangelo?’ Testualmente disse: Passerete da pescatori di pesci a pescatori di uomini. Quelli si guardano in faccia stupiti, il Vangelo non lo dice ma si saran presi una pausa di riflessione, dopo di che vanno da Gesù a dirgli: accettiamo! Dice il testo: lasciarono le reti e lo seguirono. E cosa accadde? Che la loro vita cambiò totalmente, in positivo s’intende. Sapete chi è chi ci ama davvero? Chi ci aiuta a diventare il meglio che possiamo diventare. Gesù fece così con quei 4 pescatori di Galilea: non lasciandoli pescatori, ma rendendoli pescatori di uomini, li portò al meglio che potevano essere.

Il tempo di Natale qui in Albania è iniziato con il tradizionale concerto organizzato dalla Caritas diocesana nella cattedrale di Vau-Dejës. Si è esibito il coro polifonico di Scutari “Prenke Jakova” che ha eseguito brani di musica sacra di diversi autori, sia albanesi che stranieri, accompagnato dall’orchestra. Ai brani musicali sono state alternate letture tratte dai versi di Gjergj Fishta e dalle parole di Madre Teresa. L’evento, che ha visto anche la partecipazione del nunzio apostolico Charles John Brown, ha riempito la cattedrale di fedeli e ha permesso di trasmettere valori come il senso del Natale e la carità attraverso un’iniziativa culturale, insolita qui in Albania.

 

 

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