Omelia di Domenica 28 Giugno 2020 - XIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Nel Vangelo di questa domenica, una frase ha catturato la mia attenzione: chi avrà offerto anche solo un bicchiere d'acqua fresca non perderà la ricompensa. M’è venuto da dire: Quando sarà l’ora del giudizio finale, sarà un bicchiere d’acqua a salvarci. Colpisce che su un gesto così piccolo come allungare dell’acqua, Gesù si soffermi. Un possibile perché è questo: dar da bere è un gesto che anche l'ultimo degli uomini può compiere. Chi non è capace di allungare un bicchiere d’acqua!  Non ci vogliono particolari capacità, solo un minimo di sensibilità. Ma c’è di più. Gesù specifica che si tratta di acqua fresca: sta qui, in questa parolina ‘fresca’ la grandezza del gesto di dar da bere. Gesù non parla di un’acqua qualsiasi, ma di un’acqua migliore. Se dai acqua fresca è segno che non dai la prima acqua che ti capita, ma che ti sei adoperato per cercare e offrire un’acqua buona, refrigerante e dissetante. In breve, Gesù vuol dirci che non basta che un gesto sia buono, occorre compierlo con cura, perché si possono sciupare anche gesti buoni. Oggi, domenica 28 giugno, Gesù viene a dirci: il Vangelo è tutto in un bicchiere d'acqua fresca. Ricordate il Vangelo di domenica scorsa: due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere di Dio. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Notate anche qui la tenerezza di un Dio che si prende cura di due passeri e che sta lì a contare quanti capelli abbiamo in testa.

Omelia di Domenica 21 Giugno 2020 - XII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima. Così ci ha appena detto Gesù, il quale parlando in questo modo non solo attestava l’esistenza dell’anima ma faceva pure intendere che l’anima è prioritaria rispetto al corpo. In un’altra occasione Gesù disse: A che serve se guadagni il mondo intero se poi perdi l’anima? Tra i diversi spunti di riflessione che offre il Vangelo di questa domenica, ho scelto questo perché tocca un nervo scoperto di questa nostra società che preferisce il corpo all’anima. E la cosa non va bene. Oggi, per tanti, l’obiettivo è poter avere un corpo palestrato, bello, prestante, seducente. Ora, pur non negando il valore del corpo, noi cristiani abbiamo il dovere di dire senza tentennamenti che senza l’anima la persona va in frantumi. Purtroppo c’è gente che fa di tutto per non incontrare la propria anima e vive come se non l’avesse. Provo a dire un paio di cose sul valore dell’anima.

Dopo questo periodo di Coronavirus che ha scombussolato anche il nostro percorso di catechesi, abbiamo pensato a come fare un punto di riepilogo con i nostri ragazzi. Grazie ad  un incontro d'equipe con gli educatori di Sant’Ilario con cui collaboriamo in questo cammino,  ci è sembrato interessante partire da uno stimolo provocatorio attraverso un video di don Alberto Ravagnani, famoso  giovane prete Youtuber, sulla FELICITÀ.

Abbiamo raccolto dai ragazzi di terza media di Calerno questi bellissimi e stimolanti pensieri che abbiamo voluto condividere!!! Pensiamo possano essere interessanti, oltre  che segno della loro crescita!! Buona lettura.

Terry Marco e Rita.

Omelia di Domenica 14 Giugno 2020 - Corpus Domini

Era il 1200 a.C. circa: il popolo ebreo entrava, progressivamente e non senza ostacoli, nella cosiddetta terra promessa che era poi il territorio di Canaan, l’attuale Israele. In quel modo gli ebrei cessavano di essere un popolo nomade per divenire un popolo sedentario, a dimora fissa, con una sua terra. E infatti, da lì in poi cominciarono a dotarsi di una forma di Stato (la monarchia), di un ordinamento giuridico, ecc. Bene, è a questo momento storico che si riferisce la 1^ lettura della Messa. Contiene un accorato appello di Mosè a far sì che si vivesse quel periodo nuovo, promettente, inedito, lontano da certi rischi. Risentiamo le sue parole: Non dimenticare quanto il Signore, tuo Dio, ha fatto per te in questi 40 anni in cui hai vagato per zone desertiche: ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione di schiavitù; ti ha condotto per questo deserto spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima; nel deserto ti ha pure nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri. Parole sacrosante! Se avessi qui davanti a me Mosè, l’abbraccerei.

Omelia di Domenica 7 Giugno 2020 - Santissima Trinità

Nel pensare a questa mia omelia mi son chiesto: se oggi è la domenica della SS.ma Trinità, a chi mai interessa un simile argomento? Che Dio sia insieme una e tre persone (Padre, Figlio e Spirito Santo) quanto mi tocca? Quanto ci riguarda? Il sapere che Dio è uno e trino non è una verità un po’ astratta e lontana dalla nostra sensibilità? Mi son detto allora: devo mettercela tutta per far comprendere a chi mi ascolta che invece riflettere su Dio Trinità non è affatto tempo perso.

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