Omelia di Domenica 3 ottobre 2021 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

E’ con un grido amaro che s’è aperta la 1^ lettura della Messa: non è bene che l’uomo sia solo! Pensate, il 1° male di cui si parla nella Bibbia non è il peccato ma la solitudine. E’ male che l’uomo sia solo, perché? Perché non c’è nessuno che basti a se stesso, nessuno che sia felice da solo, nessuno che viva bene senza qualcuno accanto. 1^ lettura e Vangelo di questa S. Messa vengono a ricordarci che siamo stati creati per la relazione e non per la solitudine. Cos’è la felicità? E’ amore, nient’altro. Il Vangelo ci ha detto che una delle risposte alla solitudine ha nome ‘matrimonio’. Risentiamo le parole di Gesù: Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto. Provo a dire qualcosa su queste parole di Gesù.

Omelia di Domenica 26 settembre 2021 - XXVI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Proviamo a lasciarci provocare dal botta e risposta tra l’apostolo Giovanni e Gesù, con cui si è aperto il Vangelo. «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non era dei nostri». E Gesù: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di noi è per noi». Sorprende che a fare questa domanda sia stato Giovanni, uno dei primi 4 apostoli e uno dei più intimi di Gesù. Cos’era successo?

Omelia di Domenica 19 settembre 2021 - XXV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Quanti spunti di riflessione ci consegna il Vangelo di questa S. Messa! Ne raccoglierò uno, che ci viene offerto da questa frase: per la strada gli apostoli avevano discusso di chi tra loro fosse il più grande. I discepoli cioè dibattevano su chi era il n° 1 agli occhi di Gesù, chi era il prediletto, il preferito. Al che Gesù risponde con le cose che abbiamo sentito. Prendiamole di petto allora queste parole: per la strada avevano discusso di chi tra loro fosse il più grande. Quanto riguardano anche noi queste parole! Quante volte si sente dire: chi è il migliore? Chi è che ha vinto? Chi è arrivato ultimo? Oppure, tra adolescenti: chi ci sa più fare con le ragazze? Chi di noi è il più gettonato? Sento dire a volte da qualche ragazzo: quando si deve decidere dove andare il sabato sera, si va sempre dove dice lui. Ma chi si crede? Il re?

Omelia di Domenica 12 settembre 2021 - XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

La gente chi dice che io sia? E voi, chi dite che io sia? Sono le 2 domande di Gesù agli apostoli, che il Vangelo ci ha appena fatto sentire. Domande che sostanzialmente vogliono dire: io chi sono per voi? Cosa rappresento per voi ? Che idea vi siete fatti di me? Per voi sono ancora una priorità?
> Queste domande vanno bene anche per noi, perché Gesù non è come Gandhi o Alessandro Magno, i quali saran stati, certo, 2 grandi della storia, ma mai sognarono di presentarsi come inviati da Dio o salvatori dell’umanità. Gesù invece sì. Gesù venne perché di lui c’era assoluto bisogno. Soprattutto venne come salvatore, per trarre in salvo tutti da una vita insignificante, infelice e priva di senso. Quando noi parliamo di amore, senso della vita, libertà, felicità, indirettamente parliamo di Gesù, perché Gesù è esattamente venuto per darci queste cose. Ebbene, oggi 12 settembre, il Vangelo ci dà l’opportunità di tornare a porci la domanda delle domande: chi è Gesù?

Omelia di Domenica 5 settembre 2021 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Portarono a Gesù un sordomuto, così ci ha riferito il Vangelo. Proviamo a metterci nei panni di quest’uomo. Un sordomuto è un piccolo dramma, perché? Perché è un uomo né capace di dire parole né capace di ascoltare parole. Ad esempio, è nell’impossibilità di ascoltare una delle cose più belle della vita: la musica e le canzoni. Un sordomuto, innanzi alla bellezza di una persona o di un panorama, non riesce a dire la sua ammirazione. Meno male che nel nostro caso, l’uomo in questione non s’era arreso alla vita, se è vero che era inserito in un cerchio di amici e se è vero che pensò bene di tentare la carta “Gesù”. Vedete, quando uno è seriamente malato o comunque non sta bene, è già un inizio di guarigione poter beneficiare dell’amicizia e dell’attenzione di qualcuno.

Omelia di Domenica 29 agosto 2021 - XXII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. E’ questa la frase-chiave del Vangelo di questa domenica. Proviamo a vedere perché il Signore la pronunciò. Gesù era abituato a stare tra le gente, in mezzo ai suoi problemi. Veniva da villaggi e campagne dove l’ascoltare l’uno e l’altro era come un bagno dentro tanti bisogni e richieste. Ovunque arrivava, gli portavano i malati, mendicanti ciechi lo chiamavano, donne di Tiro e Sidone cercavano di toccargli almeno la frangia del mantello. Fin la sua ombra veniva considerata come una carezza sulla loro umanità dolente. Ecco com’era impastata una giornata di Gesù.

Omelia di Domenica 22 agosto 2021 - XXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Probabilmente ci è parsa dura la domanda di Gesù agli apostoli, sentita nel Vangelo: Volete andarvene anche voi? Perché Gesù parlò così? Cos’era successo? Era successo che il discorso di Gesù, ascoltato nei Vangeli le scorse domeniche non fu accolto bene da tutti. Ci fu chi disse: Questa parola è dura! Chi può intenderla? Da qui l’amara conclusione: Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Cerchiamo di capire bene cosa avvenne quel giorno. Parto da lontano. Il Vangelo predicato da Gesù conteneva e contiene insegnamenti, sì, belli ma anche esigenti. Vi faccio qualche esempio.

Omelia di Domenica 15 agosto 2021 - Solennità dell'Assunta, Anno B

Ogni sacerdote ha il suo modo di commentare il Vangelo. A me, ad esempio, piace soffermarmi sui particolari, perché sono convinto che il Vangelo sia tutto in ogni sua parte. E quindi anche questa mattina, la mia omelia prende le mosse da poche parole del Vangelo che abbiamo ascoltato. Eccole: Maria, entrata in casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Maria quel giorno entrò nella casa della parente Elisabetta, varcando la soglia di una casa a lei tanto cara. L’espressione varcare la soglia mi piace, perché è come se suggerisse anche a noi di invitare Maria a varcare la soglia della casa della nostra vita. E nell’accogliere Maria le dovremmo chiedere di donarci quella stessa luce e quella stessa grazia che introdusse in casa di Elisabetta.

Omelia di Domenica 8 agosto 2021 - XIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Leggendo e rileggendo la Parola di Dio di questa domenica, mi ha toccato la figura del profeta Elia, di cui ci ha riferito la 1^ lettura. Mi ha colpito perché se è vero che Elia fu uno dei più grandi uomini della Bibbia (non a caso fu presente alla trasfigurazione di Gesù sul monte, come non a caso è a lui che nel Vangelo, Gesù viene paragonato), ebbene, questa figura così straordinaria ebbe, come tutti, i suoi avvilimenti e le sue crisi. Di una sua grossa crisi in particolare ci ha riferito la lettura.

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