Omelia di Domenica 29 Settembre 2019 - XXVI del Tempo Ordinario

Venerdì sera ero in una casa della parrocchia per un incontro di ascolto e riflessione sul Vangelo che abbiamo ascoltato. Letto il brano, alcune domande son venute spontanee: perché quest’uomo ricco è andato all’inferno? E’ una colpa essere ricchi?  Se è andato all’Inferno, in cosa è consistito il suo peccato? Nella cultura del piacere? Nell'amore per il lusso? Nel suo banchettare esageratamente? Un ragazzo ieri pomeriggio mi obiettava: ma perché un uomo, come questo della parabola, che s’è potuto godere la vita s’è meritato l’Inferno? Ho risposto: il peccato di quest’uomo non sono stati i suoi piaceri ma la sua indifferenza, la sua insensibilità, il suo non essersi voluto accorgere di un mendicante – Lazzaro - che era tutti giorni sotto casa sua. Non un gesto, non un boccone, non una parola, non uno sguardo verso quel poveraccio, lasciato solo con i cani. Il suo peccato fu la pigra e soddisfatta indifferenza assoluta. Per lui quel povero era come se non esistesse. Veniamo a noi: nessuno di noi è così cattivo da lanciarsi crudelmente verso chi è messo male, al contrario tutti possiamo essere cattivi da lasciar morire nell’indifferenza i tanti Lazzaro che incontriamo. Il Vangelo di questa domenica lancia un chiaro appello: urge smantellare l’indifferenza! Entriamo meglio in questo argomento che ci riguarda.

Giunti ormai a metà campeggio pubblichiamo qualche foto di questi primi splendidi giorni di giochi e camminate insieme.