- don Fernando
- Omelie
Omelia del 15 marzo 2020
III Domenica Quaresima
Anno A
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani (...).
Cari bambini, in questo tempo di interruzione del catechismo abbiamo pensato di scrivervi una letterina, per dirvi che vi pensiamo, vi siamo vicini e soprattutto per ricordarvi che Gesù vi tiene abbracciati uno a uno, affinché nessuno si senta lontano da Lui. Il coronavirus non riesce a entrare e a danneggiare la nostra amicizia con Gesù. Anzi, Gesù che conosce bene quanto stiamo vivendo, ci tiene ancor più stretti a sé.
Vi chiediamo una cosa: stasera prima di addormentarvi dite una preghiera per tutte le persone malate e morte a seguito di questo contagio. E questa preghierina fatela ogni sera. Un giorno tutto finirà e tra le tante cose che torneremo a fare ci sarà anche il catechismo e la Santa Messa. Ne siamo certi: torneremo a stare insieme come fino a qualche settimana fa. Coraggio bimbi, Gesù è la nostra forza. Ciao, ci vedremo presto!
11 marzo 2020
Cappella del Vescovado, 8 marzo 2020
Cari fratelli e sorelle, cari amici,
è un’occasione speciale, questa, di entrare nelle vostre case e di parlarvi. È l’occasione della celebrazione domenicale, di una celebrazione quaresimale molto “particolare” per noi. Non dimentichiamo mai però che la Quaresima conduce alla Pasqua: è necessaria per poter entrare, dopo una purificazione della mente e del cuore, nell’esperienza della Risurrezione. E io spero che questa esperienza difficile e dolorosa che ci è data di vivere in questo momento, a causa della diffusione del Coronavirus, rappresenti per tutti noi una purificazione della mente e del cuore.
La mia preghiera è innanzitutto per coloro che ci hanno lasciato e perché ci sia consolazione per chi è rimasto. Desidero poi esprimere la mia vicinanza a coloro che sono in difficoltà. In primo luogo ai malati, a coloro che sono stati infettati dal Coronavirus; a coloro che in diverso modo sono limitati nelle loro condizioni di vita. La mia vicinanza va poi ai loro famigliari. Penso poi a tutti coloro che prestano il loro lavoro in questo momento difficile: i medici, gli infermieri e tutte le persone vicine ai malati, che stanno dando una prova molto profonda e molto seria di dedizione e di donazione delle proprie energie, in molti casi senza nessun risparmio di se stessi, al punto di essere, in taluni casi, toccati dalla stessa malattia. Sono vicino anche alle autorità che devono prendere decisioni difficili. Sono vicino alle famiglie che, se da un lato vedono felicemente la presenza dei loro figli a casa, dall’altra vivono la difficoltà di essere loro vicini e non sanno bene come conciliare i loro compiti scolastici e il lavoro. Tutta una serie di problemi che probabilmente si addenseranno ancora di più nei prossimi giorni.
II Domenica di Quaresima
Anno A
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo» (...).
I ritiri di Quaresima 2020 dell'8 e 15 marzo di cui vi abbiamo dato notizia in --> questo articolo <-- sono sospesi a causa del coronavirus.
Il 31 gennaio, memoria di S. Giovanni Bosco, abbiamo partecipato alla festa della parrocchia di Shelqet, dove prestano servizio suor Mariana e suor Denada, delle Dorotee di Vau-Dejës. Si sono esibiti i gruppi delle classi di catechismo in vari sketch, come balletti, scenette comiche e rappresentazioni sulla vita del Santo. Ci ha colpiti che, nonostante fossimo in pieno inverno, la festa fosse all’aperto. In Italia sarebbe stato impensabile, invece qui si fanno molti meno problemi.