I primi casi di coronavirus in Albania risalgono a lunedì 9 marzo. Dal giorno successivo sono state chiuse le scuole e anche le attività per i bambini in parrocchia. Fino alla fine di quella settimana le messe si sono tenute regolarmente, poi la conferenza episcopale albanese ha deciso di sospendere ogni tipo di attività parrocchiale. Da giovedì 12 la casa di carità di Vau-Dejȅs è stata messa in quarantena. Questo ha comportato un notevole aumento di lavoro per le suore. E’ stato permesso a me e Alessandro di continuare il servizio in casa, a patto di non entrare in contatto con altre persone. Venerdì 13 dal Centro Missionario Diocesano di Reggio, dopo aver consultato il vescovo Massimo, ci hanno consigliato di rientrare in Italia. Avrebbero contattato l’ambasciata italiana per capire come farci tornare, perché ogni via di comunicazione con l’Italia era interrotta.