Parrocchia di CalernoParrocchia di Calerno
  • Home
  • Parrocchia
    • don Lao
    • Omelie
    • Lettere dall'Albania
    • Consiglio Pastorale
    • Scuola Materna
    • Oratorio
    • Incontri
  • Il Vangelo
  • Unità Pastorale
    • Parrocchia di Sant'Ilario
    • Il segno
    • Inventori di strade
  • Contatti
    • Scrivi a don Fernando
    • Scrivi al sito

Admin
Il Vangelo
06 Maggio 2017

Il pastore che conduce verso la vita senza confini

IV Domenica di Pasqua
Anno A

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. [...]

Leggi tutto …

Admin
Parrocchia
30 Aprile 2017

Lettera alla Diocesi nel centenario di Fatima


“Maria è intervenuta per assicurarci che Dio non è lontano da noi e dalla nostra storia”.
(Vescovo Massimo)

Sabato 13 maggio Pellegrinaggio Mariano Diocesano a Reggio con il Vescovo Massimo ed affidamento della nostra chiesa a Maria. Per chi non riesce a partecipare a Reggio E., ad Olmo, ore 21.00, recita del S. Rosario in comunione col pellegrinaggio diocesano (non vi sarà la processione né la S. Messa).


Lettera alla Diocesi nel centenario di Fatima

 

Pellegrinaggio diocesano la sera del 13 maggio

Carissimi, fin dall’inizio del 2017, pensando al centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima, come annunciato nella Messa del “Te Deum” in Ghiara il 31 dicembre scorso e nella Messa della Santa Madre di Dio in Cattedrale il giorno successivo, ho espresso il vivo desiderio di consacrare la nostra Diocesi e la nostra terra al Cuore Immacolato di Maria, sulle orme dei miei venerati predecessori, il Vescovo di Reggio Beniamino Socche e il Vescovo coadiutore di Guastalla Angelo Zambarbieri, che insieme pronunciarono l’atto di consacrazione all’imbrunire di quel sabato 27 giugno 1959, dopo tre giorni di sosta nella nostra Città della piccola statua della Madonna proveniente dal Santuario portoghese di Fatima.

Così, dopo averne parlato coi miei Vicari foranei, indìco un pellegrinaggio a Reggio da tutti i Vicariati e dai Santuari mariani della Diocesi, per la sera di sabato 13 maggio, giorno proprio del centenario delle apparizioni ai Pastorelli e in comunione con Papa Francesco che sarà in visita al Santuario di Fatima il venerdì 12 e sabato 13.
 Alle 21 partiremo dal sagrato della Basilica della Ghiara e, recitando il Santo Rosario, faremo la fiaccolata verso Piazza Duomo. Cammineremo tutti – Vescovo, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, consacrati, fedeli, Case della Carità, aggregazioni laicali e movimenti, ammalati e volontari dell’UNITALSI e del CVS, membri dei gruppi di preghiera, – seguendo la statua della Madonna Pellegrina, come nelle indimenticate Peregrinatio Mariae negli anni del dopoguerra.
 In Piazza Duomo, davanti alla Chiesa madre di tutti i fedeli reggiano-guastallesi, pronuncerò l’Atto di affidamento a Maria, concluso dal canto dei fedeli e dal suono delle campane, invocando insieme per l’intercessione materna della Vergine la pace sul mondo intero.

Invito fin da ora tutte le comunità a prepararsi spiritualmente, in attesa di raggiungervi entro Pasqua con un mio messaggio sul significato di rinnovare nei nostri giorni questo gesto di consacrazione, a cui ci prepareremo insieme anche nella festa del primo Miracolo della Madonna della Ghiara, sabato 29 aprile al Pontificale delle ore 11.

In Gesù e Maria, vostro
+ Vescovo Massimo



Admin
Il Vangelo
29 Aprile 2017

Gesù, il compagno di viaggio che non riconosciamo

III Domenica di Pasqua
Anno A

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [...]

Leggi tutto …

Admin
Incontri
29 Aprile 2017

Il messaggio di Fatima


Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo invito da parte della parrocchia di Cadè.
Il messaggio di Fatima


Admin
Il Vangelo
22 Aprile 2017

Le ferite del Signore, quel segno eterno dell'amore

II Domenica di Pasqua
Anno A

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». [...]

Leggi tutto …

Admin
Il Vangelo
15 Aprile 2017

Amare è dire: tu non morirai. Ed ora è una realtà

Domenica di Pasqua
Anno A

Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. (...)

Leggi tutto …

Admin
Il Vangelo
08 Aprile 2017

Quel centurione che vide un re morire di amore

Domenica delle Palme
Anno A

In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. (...)

Leggi tutto …

Andrea
Incontri
02 Aprile 2017

XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù

XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù

Admin
Il Vangelo
01 Aprile 2017

Non è la vita che vince la morte, è l'amore

V Domenica di Quaresima
Anno A

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». (...)

Leggi tutto …

Admin
Notizie
27 Marzo 2017

Con Francesco dentro San Siro. Quell’urlo meglio di un gol dell’Inter


Il racconto di Giacomo Poretti (Aldo, Giovanni e Giacomo, ndr): il Papa è il Vigile delle anime, ci dice dove svoltare


Andare a San Siro di questi tempi per un interista e un milanista non è propriamente esaltante, spesso lo stadio è semideserto perché le squadre di Milano arrancano tra misteriosi e fumosi progetti dagli occhi a mandorla, ma sabato ho deciso lo stesso di andare allo stadio; non ero sul secondo anello o in tribuna dove di solito mi accomodo.

Ero proprio sul prato quando ad un certo punto Papa Francesco è entrato sopra il suo veicolo bianco. L’urlo di gioia e liberazione della folla, in attesa da svariate ore, metteva i brividi ed è durato per tutto il giro del campo senza scendere di intensità. Quello stadio è abituato alle urla di giubilo: Inter e Milan hanno alzato diverse Coppe dei Campioni mostrandole ai propri tifosi ebbri di gioia. Ma l’urlo di ieri conteneva qualche cosa di speciale: conteneva a malapena una speranza, una conferma, un incoraggiamento. Per le strade di Milano e Monza si è urlata la speranza di incontrare qualcuno che ci possa accogliere come solo una madre sa fare; si è urlata la speranza che esista qualcuno su questa terra che non ci sgridi e basta, che ci faccia sentire solo inadeguati e sbagliati, ieri si è urlata la speranza di trovare qualcuno che accolga le nostre innumerevoli imperfezioni e difetti.  
 
Si è urlato di stupore perché qualcuno ci ha confermato che esiste una via che porta da qualche parte, si è urlato per la gioia perché qualcuno ha confermato che esiste la strada per costruire relazioni e progetti, si è urlato perché qualcuno ha detto che la serenità è possibile, si è urlato rabbiosamente perché tutti quanti si pensava di avere smarrito la strada, ma il Vigile delle anime ha mostrato con la sua paletta dove svoltare.
 
Infine si è urlato di gratitudine perché esiste qualcuno che ci incoraggia; si è urlato sfiniti e al fine pacificati perché abbiamo compreso che qualcuno non ci lascerà mai soli.
 
Papa Francesco è contemporaneamente mamma, papà e nonno: è accogliente e protettivo come una madre, è forte e deciso come un padre che ti indica la strada pronto a soccorrerti se si dovesse inciampare; è pieno di sapienza e follemente tenero come tutti i nonni.
 
Potrei dire che tutto ciò che dice e fa Papa Francesco è il riflesso dell’Eterno, è ricordo e sequela del Figlio dell’Eterno, è la compiuta esistenza e affermazione di Lode all’Eterno, e forse solo i credenti mi comprenderebbero.
 
Ma Papa Francesco ha detto che a Milano si è sentito a casa tra credenti e non credenti.
 
Perché a Milano ieri nelle strade, nelle piazze, nei parchi, allo stadio, dentro le case, nascosti dietro le persiane, o sdraiati sui divani davanti al televisore c’erano altre centinaia di migliaia di milanesi, inquieti, che volevano sentire qualcuno che gli ridesse speranza, conferma della validità e bellezza della vita e incoraggiamento verso lo smarrimento e insensatezza di questi tempi.
 
Nessuno si prende mai la briga di leggere quello che dicono i Papi, ed io non me la sento di consigliarvi una tale impresa, ma la lettura di Papa Francesco ristorerebbe come un bicchier d’acqua.
 
Voglio segnalare solo un paio di cose, ad un certo punto mentre rispondeva ad una coppia di genitori sulla difficoltà di trasmettere i valori della fede, Papa Francesco ha rammentato che il cinema italiano del dopoguerra è una perfetta catechesi per mostrare l’umanità: ho pensato a Ladri di biciclette, a Miracolo a Milano, a I bambini ci guardano, Le notti di Cabiria, Umberto D. perché al Papa Francesco interessa l’umanità, l’uomo e non l’ideologia: mi sono venuti in mente alcuni episodi del Vangelo dove Gesù fa scendere dagli alberi usurai farabutti che lo spiavano per poi andare a pranzo con lui, esattori crudeli, prostitute, insomma gentaglia, eppure era proprio quel tipo di feccia che andava a cercare.
 
Da ultimo mi ha colpito quando ha detto ad un bambino che per crescere bene dovrebbe parlare con i nonni, giocare tanto con i suoi amici e frequentare l’oratorio.
 
Credo che Papa Francesco risvegli in tutti noi la speranza che esista per davvero un percorso di fede sensato e in chi non crede offra la possibilità di avvicinarsi ad una Chiesa materna e accogliente smettendo di essere dei tribunali dello spirito.


Giacomo Poretti - La Stampa.it


Pagina 135 di 205

  • 130
  • 131
  • 132
  • 133
  • 134
  • 135
  • 136
  • 137
  • 138
  • 139

Ricerca avanzata

Accedi

  • Hai dimenticato il tuo nome utente?
  • Password dimenticata?
© 2011 - 2024 Parrocchia di Calerno. Tutti i diritti riservati. - Privacy policy - Informativa cookie

Ricerca avanzata
  • Parrocchia
    • Omelie
    • Scuola Materna
    • Oratorio
    • Catechismo
    • Incontri
  • Il Vangelo
  • Unità Pastorale
    • Parrocchia di S. Ilario
    • Il Segno
    • Inventori di strade
  • Contatti
    • Scrivi a don Fernando
    • Scrivi al sito