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don Fernando
Omelie
14 Marzo 2022

Omelia del 13 marzo 2022

Omelia di Domenica 13 marzo 2022 - II Domenica di Quaresima, Anno C

Tutti gli anni, la 2^ domenica di Quaresima ci mette davanti il Vangelo della trasfigurazione di Gesù sul monte, presenti i 3 apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Cosa fu propriamente la trasfigurazione? Fu un’intensa esperienza spirituale, durante la quale i 3 apostoli, come in visione, percepirono il Signore nella sua divinità, nella sua gloria celeste. E dato che ogni esperienza mistico-religiosa non ha parole capaci di descriverla, se avete notato, pure il testo evangelico non dice molto sullo svolgersi di questa esperienza. Mi son chiesto: a noi è possibile vivere con Gesù un’esperienza come la vissero Giacomo, Pietro e Giovanni?

Certamente! Ogni volta che sei molto assorto o preso nella preghiera, tu fai un’esperienza che ti avvicina a quella della trasfigurazione. Parole come estasi o intimità con Dio o esperienza mistica sono della stessa famiglia della parola trasfigurazione. Una cosa però va precisata. Fare l’esperienza di Dio non ha un’unica modalità, quella della preghiera. Certo, questa modalità è importantissima, e però anche le cose che facciamo tutti i giorni non sono estranee a Dio, anche lì Dio è presente e m’incontra. Un’ esperienza forte di Dio non va legata solo al trovarsi in una chiesa o a un corso di esercizi spirituali. Ricordo un giorno preciso del mio cammino spirituale. Avevo 20 anni, ero seminarista in cammino verso il sacerdozio. Durante un colloquio spirituale col mio confessore, alla domanda Cosa devo fare per relazionarmi con Dio? Mi rispose: Niente! Dio ti incontra lì dove sei e come sei. Questa risposta mi folgorò, mi aprì la mente e mi fece cogliere un aspetto di Dio che fino a quel momento non avevo colto. Faccio qualche esempio.
* Se sono soprattutto le amicizie a renderti felice, è lì che Dio vorrà incontrarti.
* Se sei genitore, Dio ti incontra nel rapporto coi tuoi figli. Proprio qualche giorno fa, una mamma mi diceva che una delle sue fatiche spirituali maggiori era la gratitudine verso Dio. Le ho chiesto: dov’è che tu trovi più facilmente Dio? Le si brillarono gli occhi e disse: nei miei figli. E io: ma i tuoi figli non sono un dono di Dio!? E allora guardali e ringrazia.
* Ancora: è la natura a darti gioia? E allora cerca Dio nel mare, nell’alba, nei tramonti, nei boschi, nei ruscelli alpini.
* Sei un appassionato d’arte? Visita una galleria d’arte.
* Ami lo sport? E chi ha mai detto che Dio sta alla larga dallo sport!? Se sportivo sei, Dio abita anche questa tua sensibilità. E se sarai uno sportivo attento, coglierai nell’allenatore o nei tuoi compagni di squadra, un gesto o una parola, che può accendere in te qualcosa, di cui Dio si serve per comunicarsi a te. Insomma, Dio ci aspetta al varco nelle cose che facciamo con amore tutti i giorni. Dio ama venirci incontro attraverso il nostro quotidiano, per cui è giusto dire: attraverso ciò che mi sta accadendo, Dio mi sta parlando. Ripeto allora, Dio t’incontra dove sei. Lì dove sei è il tuo momento con Lui. Quindi le emozioni che provi, le intuizioni che hai, i sogni che coltivi, le lacrime che rigano il tuo volto, i lampi di luce che ti attraversano, i tanti ricordi che affiorano, gli entusiasmi che ti esaltano, le tue strette di cuore, gli abbattimenti che vivi, son tutte cose per nulla scollegate da Dio, ma possono e devono rientrare nell’esperienza di Dio. La Bibbia parla del “corpo come tempio di Dio”. Che è come dire: Ascolta il tuo corpo, lì abita Dio. Il tuo corpo parla, impara ad ascoltarlo: ascolta la tua coscienza, ascolta i tuoi sentimenti, ascolta i tuoi disturbi, ascolta i tuoi sussulti, ascolta le tue stanchezze, ascolta i tuoi desideri, ecc. E’ anche in questo modo che Dio ti parla. Tiriamo allora qualche conseguenza. 2 sono i modi per fare esperienza di Dio: il 1°, l’ho detto, comprende la preghiera e l’intimità con Lui, che fu poi quello che fecero i 3 apostoli sul monte con Gesù. Il 2° comprende il vivere tutto ciò che mi accade come il cantiere dove Dio costruisce la mia santità.
Concludo con le parole di un santo: Nei momenti felici sono grato a Dio. Nei momenti difficili, cerco Dio. Nei momenti in cui mi sento solo, invoco Dio.

 


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