Omelia di Domenica 12 Gennaio 2020 - Battesimo del Signore, Anno A
Questa mattina vi parlo di figli e lo faccio lasciandomi ispirare dalla frase centrale del Vangelo che abbiamo ascoltato: Questi è il Figlio mio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento.
Mi soffermo su 2 parole: figlio amato.
1) Parto da quest’ultima, amato. Amato, non amante. Com’è importante nella vita sentirsi amati! Chiedo: abbiamo tutti qualcuno a cui importa di noi? Sentirsi amati è la condizione perché tutto proceda bene. Se ti senti rifiutato sei in un modo, se ti senti amato, sei un altro. Sentirsi amati è come una sorgente, con o senza la quale la vita prende una piega o un’altra. La cosa più grande che può trasmettere un educatore è far sentire la persona amata. L’amore è l’unica cosa che distribuendola non diminuisce. La più grande eredità che un genitore può lasciare al figlio è il ricordo del suo amore, tutto il resto è secondario.
Io non sono né sposato né genitore, anch’io però ho cercato e cerco di voler bene. Una conclusione a cui sono arrivato è questa: amare è un lavoro bello e duro. Dico duro perché non prevede ricompense né riconoscimenti ufficiali, spesso nemmeno da chi ami tanto. Amando però hai la sensazione di essere più vicino a Dio. E’ questa la mia esperienza. Da quando l’ho sentita, mi è rimasta in testa una frase forte, che voglio dirvi. L’ha detta un ragazzo di strada: sarà stata una prostituta la mia mamma, ma quanto m’ha voluto bene! Pensate, il decadimento morale di quella donna non ne attenuò la capacità di amare. Viene in mente la prostituta del Vangelo, alla quale Gesù disse: poiché hai molto amato ti sarà molto perdonato. Insomma, sentirsi amati è tutto. Sentirsi amati - il marito dalla moglie, la moglie dal marito, i figli dai genitori, i genitori dai figli, il ragazzo dall’educatore, l’educatore dal ragazzo, i parrocchiani dal prete, il prete dai parrocchiani, ecc. - è condizione senza la quale tutto è fatica, tutto è in salita, tutto è tristezza. Credetemi, è così: se stai conducendo una vita abbastanza serena, non si scappa, è perché per qualcuno tu sei importante. Mi chiedo spesso: quegli adolescenti, sparsi sui muretti o nelle piazze dei nostri paesi, spesso indisponenti o maleducati, non saranno così proprio perché non c’è mai stato nessuno che li ha avuti a cuore? Come possono ‘sti ragazzi dare amore, correttezza, rispetto, se mai nessuno ha messo in loro queste cose?
> Ancora, nel Vangelo c’è una sottolineatura importante: le parole figlio amato fanno riferimento a Dio, cioè è da Dio che Gesù è amato. Questo dice che l’essere cristiani affonda le radici nel sentirsi persone amate da Dio. Il santo curato d’Ars, dopo aver confessato le persone, spesso diceva loro: tu non immagini quanto sei amato da Dio. Il male di tanti credenti è il loro non rendersi conto di quanto sono amati da Dio. Pure della Madonna è così, sono attribuite alla Madonna di Medjugorje queste parole: Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia.
2) Passo adesso alla parola figlio, figlio amato dice il brano. L’ho detto prima: i figli non hanno bisogno di genitori perfetti, ma di genitori che li amino, meglio, che li sappiano amare. Dico così perché quando i genitori fanno troppo per i figli, va a finire che i figli non fanno abbastanza per loro stessi. Insisto, i figli non hanno bisogno di una mamma perfetta, ma di una mamma felice di fare la mamma. Papà e mamme devono essere affidabili più che perfetti. E la cosa più bella per un figlio è avvertire che il papà e la mamma si vogliono bene. La prima e principale cosa che è chiesta a 2 sposi è che si vogliano bene. Tra i diversi libri che ho, ce n’è uno che contiene dei racconti scritti da bambini. Sentite una frase di questi racconti: quando sono a scuola o con i mei compagni sono come tutti gli altri, quando sono coi miei genitori mi sento speciale. Mi avvio a conclusione: nella Bibbia, S. Paolo usa due espressioni: siamo figli nel Figlio e radicati in Cristo. Sta in queste parole il segreto che rende realizzabile quanto ho cercato di dire in quest’omelia. Solo se i papà, le mamme e i figli sono innestati in Gesù come i tralci nella vite, riusciranno ad essere famiglie non perfette ma impostate bene e desiderose di bene. E’ questa la ragione per cui siamo qui a Messa.
Gesù, il Vangelo ci ha detto che il giorno del tuo Battesimo “si aprirono per te i cieli”: noi ci accontentiamo che tu ci apra la mente e il cuore, per poter capire e trasmettere l’esperienza di unici e amati.