Omelia di Domenica 22 gennaio 2023 - III Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Questa mattina ci aiutano a capire il Vangelo di questa domenica quattro pescatori, più precisamente due coppie di fratelli: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. Abitavano in Palestina, a Cafarnao, una località che dava su un lago. Molti di quegli abitanti facevano i pescatori. Bè, un giorno, proprio mentre questi 4 stanno pescando, si avvicina a loro Gesù di Nazareth, s’intrattiene con loro e a un certo punto fa loro una proposta davvero inattesa: Perché non vi mettete in società con me nella diffusione del Vangelo? Quelli si guardano in faccia stupiti (il testo non lo dice, ma si saran presi una pausa di riflessione), dopo di che in un nuovo incontro con Gesù gli dicono: accettiamo! E cosa accadde? Che la loro vita cambiò totalmente. Mi vien da dire: chi è chi ci ama davvero? Chi ci aiuta a diventare il meglio che possiamo diventare. Gesù fece così con quei 4 pescatori: non lasciandoli più solo dei pescatori, li portò al meglio che potevano essere.

Omelie di Domenica 15 gennaio 2023 - II Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Qualche giorno fa leggevo un’omelia di mons. Óscar Romero, un vescovo salvadoregno, ucciso 43 anni fa mentre celebrava la Messa. Il Papa, cinque anni fa, lo proclamò santo. Bene, in quell’omelia, questo vescovo martire raccontò una storia, che ci è di aiuto nella comprensione del Vangelo di questa domenica.

Omelie di Domenica 8 gennaio 2023 - Battesimo del Signore, Anno A

(Messa delle 9.15 a Calerno e delle 19 a S. Ilario)
Questa mattina la mia omelia prende le mosse da alcune parole del Vangelo, che trovo di grande attualità.
La prima è lasciar fare - Cito il testo: Disse Giovanni: ‘Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?’ Ma Gesù gli rispose: ‘Lascia fare perché conviene così.’

Omelia di Domenica 6 gennaio 2023 - Solennità dell'Epifania del Signore

Questa mattina vi racconto una fiaba dal titolo Il 4^ dei Re Magi. Parlare di 4 Re Magi non è fuori luogo perché è stata la tradizione a parlare di 3, con tanto di nomi di ciascuno, ma di per sé il testo evangelico dice solo ‘alcuni Magi’. Questo 4° sapiente veniva dall’Asia settentrionale ed era il più gentile e il più generoso della squadra. Per Gesù aveva predisposto, come doni, tessuti di lino purissimo, miele, perle pescate nelle acque limpide dei suoi fiumi. Ma nel recarsi a Gerusalemme con gli altri 3, cominciò a rallentare, perché s’imbatté con dei bisognosi, a cui non riuscì a non dare soccorso.

(31 dicembre)
Mi son chiesto: con che parola, con che pensiero possiamo concludere l’anno? Per rispondere ho dato uno sguardo ai testi della presente liturgia e l’occhio s’è fermato sull’appellativo ‘consigliere’ attribuito a Gesù. Nell’antifona d’ingresso abbiamo detto: è nato per noi il Signore. Il suo nome è Consigliere mirabile. Non avevo mai dato peso a queste 2 paroline: consigliere mirabile. Ho subito detto: Gesù se hai consigli mirabili, ti prego, trasmettimeli, perché ne ho bisogno come l’aria che respiro.

Dopo aver annunciato il ritorno del nostro Presepe, dopo due anni di assenza a causa del Covid, molte persone hanno chiesto di poterlo visitare al di fuori degli orari delle Messe, perché non riescono a partecipare alle funzioni o semplicemente perché vorrebbero prendersi il tempo di osservare con calma il Presepe con tutti i suoi piccoli dettagli.

Per questo motivo è stata decisa un’apertura straordinaria a partire da domani 1 gennaio e fino al 6, tutti i giorni dalle 15 alle 17.
Approfittate di questa opportunità, non ve ne pentirete.
Vi aspettiamo!!

Quelli del Presepe


Un presepe che insegna la vita

 

Omelie Natalizie

(Messa della notte)
Ogni anno mi preparo al Natale meditando alcuni testi di autori spirituali. Uno di questi, che per me è tra le eccellenze di questi ultimi decenni, è il tedesco Dietrich Bonhoeffer. Si batté con coraggio contro il regime nazista. Imprigionato nel 1943, riuscì ugualmente a far uscire dal carcere testi e lettere, dal contenuto straordinario. Era in isolamento in una cella sudicia senza che nessuno gli rivolgesse la parola. Fu impiccato il 9 aprile 1945, dopo un processo sommario. Aveva 39 anni.

Gli ultimi due anni ci hanno stravolto, cambiato e insegnato. L’arrivo della malattia, con l’isolamento, ci ha privato delle nostre azioni quotidiane, quelle semplici e scontate ma che ci facevano vivere la nostra normalità.

Ci hanno cambiato perché abbiamo imparato a trovare altri equilibri, a cercare di salutarci, parlarci e capirci anche solo con uno sguardo. Ci hanno cambiato perché ci hanno portato via persone che avevano lasciato il segno sul nostro cammino… e noi non volevamo.

Ma due anni ci hanno anche insegnato: ad aspettare, ascoltare e aiutare. A riscoprire il significato dei piccoli gesti.

Allora è qui che arriva il nostro Presepe. Finalmente dopo due anni possiamo e dobbiamo fermarci a visitarlo senza dare niente per scontato. E’ stata gioia costruirlo.

Ormai lo conoscete: su uno sfondo tipicamente montano sono rappresentati i duri lavori di un tempo e le attività sono scandite dal susseguirsi del giorno e della notte. La vista del visitatore spazia dal lontano pascolo sul fondo del villaggio fino al deserto. Imponente, al centro, scorre il grande fiume, le acque portano vita in tutta la valle. Gli alberi crescono alti e rigogliosi. Il visitatore non può che mettersi in cammino sul sentiero che attraversa l’intera scena, attento alle condizioni meteo che cambiano. Ad un tratto la notte ci avvolge e perdiamo i tanti riferimenti che avevamo durante il giorno. L’apparizione dell’Angelo, però, ci indica la via. Allora attraversiamo il grande ponte e ci troviamo davanti all’imponente grotta.

Scopriamo allora che durante il nostro cammino non siamo mai stati soli. Come i pastori fissiamo lo sguardo sul piccolo Bambino lasciandoci toccare e trasformare dalla sua logica d’amore. Fermiamoci e con lo sguardo ripetiamo il percorso fatto, senza perderci nessuno dei tanti piccoli e scontati dettagli.

Buon cammino!


Quelli del Presepe