Carissimi, vi invitiamo al terzo ed ultimo appuntamento organizzato dalla Parrocchia di Bibbiano, in collaborazione con la Scuola di Formazione Teologica della val d'Enza, per celebrare la fine dei lavori di restauro dell'antica Pieve, dopo il rovinoso terremoto di oltre trent'anni fa.
Nella serata del 17 dicembre, alle ore 20.45 nella chiesa parrocchiale di Bibbiano si terrà un "Grandioso Concerto di Natale" con il "Coro Orchestra Desiderio da Settignano" , in cui verranno eseguite musiche di Mozart, Schùtz, Bach, Vivaldi, Dvoràk, Saint-Saèns, Gounod, Mendelssohn.
Il gruppo musicale, formato da 110 elementi, si esibirà sotto la direzione di Johanna Knauf, soprano solista, direttrice di coro e d'orchestra con studi presso la Hochschule fùr Musik di Monaco di Baviera e di Vienna e in direzione d'orchestra a Firenze.
L'ingresso ad offerta libera contribuirà alla raccolta fondi per le ingenti spese sostenute per il restauro della Pieve.

A presto.
La Segreteria



Domenica 18 dicembre
alle ore 16:00 ritorna il classico appuntamento con il concerto di Natale della Parrocchia di Calerno, quest'anno a memoria e ricordo di Don Lao Fontana.

Canzoni della tradizione del Santo Natale.

Concerto di Natale 2016
Musiche da Olivier Messianen "Quatuor pour la fin du temps" (1941) per violino, clarinetto, violoncello e pianoforte.

1. Liturgie de cristal (Liturgia di cristallo)
2. Vocalise, pour l'Ange qui annonce la fin du Temps (Vocalizzo per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo)
3. Abîme des Oiseaux (Abisso degli uccelli)
4. Intermède(Intermezzo)
5. Louange à l'Éternité de Jésus (Lode all'Eternità di Gesù)
6. Danse de la fureur, pour les sept trompettes (Danza furiosa per le sette trombe)
7. Fouillis d'arcs-en-ciel, pour l'Ange qui annonce la fin du Temps (Vortice d'arcobaleni per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo)
8. Louange à l'Immortalité de Jésus (Lode all'Immortalità di Gesù)





Con l'ensemble Virtuosi italiani
:

Roberto Gander (clarinetto)

Alberto Martini (violino)

Leonardo Sapere (violoncello)

Silvia D’Errico (soprano)

Rossella Carrillo (mezzo soprano)

Paolo Vergari (pianoforte)



Si chiama “Animatori…tanta roba!” la nuovissima proposta indirizzata agli animatori di oratorio, di centri estivi ed educativi che il Centro Sportivo Italiano di Reggio Emilia e il servizio per la pastorale giovanile diocesana offrono per l’anno 2016/2017.
L’idea centrale della proposta “Animatori…tanta roba” è quella dell’incontro: durante le diverse esperienze di servizio e volontariato gli animatori, gli educatori, gli allenatori sono chiamati ad incontrare i ragazzi e le loro famiglie proponendo loro una visione del mondo e della persona basata sulla speranza, sulla fiducia e sulla condivisione affinché ad ognuno sia permesso di crescere in maniera sana e positiva, senza sentirsi solo.

Animatori... tanta roba!
Per questo motivo le varie serate che si susseguiranno durante l’anno saranno degli incontri con persone che sappiano trasmettere nei partecipanti al corso la bellezza dell’incontro con Gesù e la passione dell’incontro con il prossimo.
Inizieremo il 30 ottobre all’oratorio “Gran Pino” di Cavriago con il talentuoso Gigi Cotichella, attore, conduttore, animatore e chi più ne ha più ne metta, da anni un vero e proprio specialista sulle qualità dell’animatore.
Proseguiremo poi sabato 19 novembre all’Oratorio “Giovanni Paolo II” a Reggio Emilia incontrando Pietro Sarubbi, attore che è stato “cambiato da uno sguardo” mentre recitava la parte di Barabba sul set di The Passion di Mel Gibson.
Il 4 febbraio poi avremo un super ospite musicale sul cui nome vige ancora il riserbo.. sarà una grande sorpresa!
Il 23 aprile inizieremo a guardare con più attenzione verso le esperienze estive che i nostri animatori vivranno in prima persona pochi mesi dopo, grazie ad una giornata di laboratori, bans, preghiera e giochi.
Il percorso si concluderà con una grande festa per tutti gli animatori il 25 giugno.
 

La proposta “animatori…tanta roba!” si intreccia con un altro percorso che già da anni il CSI e la Pastorale Giovanile offrono a tutti coloro che ne fanno richiesta: la programmazione e la gestione di incontri formativi per i volontari (animatori, catechisti, allenatori, educatori) in vista del loro servizio ai più piccoli.
I due percorsi si innestano l’uno nell’altro andando così a creare un unico percorso formativo ricco e adatto alle esigenze di ogni singola realtà territoriale.
 
Per qualsiasi informazione è possibile scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per iscriversi al percorso “Animatori… tanta roba” è necessario compilare il modulo on-line.



Don Roberto Dichiera racconta l’appassionata ricerca della felicità nella sua vita

Don Roberto Dichiera racconta l’appassionata ricerca della felicità nella sua vita
Chi è quel ragazzo delle superiori che oggi, quantomeno, non conosce qualcuno che fa uso di canne? È inutile nascondere la realtà, così come è inutile fermarsi a demonizzare chi usa la droga. Ci pare più utile cercare di ascoltare e dialogare, tentare di comprendere le ragioni che spingono verso certe scelte, conoscere cosa accade intorno a noi, informarci e provare a creare una rete di relazioni.


Per questo lo scorso anno abbiamo fatto tre incontri con i genitori dei ragazzi dalla I media alla V superiore delle parrocchie di Montecchio E. e Villa Aiola. In quest’ultimo mese abbiamo invece ripreso il tema con i ragazzi, cercando di dare informazioni sulle diverse droghe, sul come aiutare eventuali conoscenti che ne fanno uso, sul cercare di capire che chi ne fa uso non è cattivo, ma sta cercando nel posto sbagliato la risposta a domande giuste e che abbiamo tutti. Questo cammino lo abbiamo fatto aiutati da persone esperte e impegnate ogni giorno sul campo, oltre che da una dolorosa ma bella testimonianza.

Come tappa riepilogativa di tutto questo viaggio vogliamo regalarci una serata con un nuovo testimone. Un testimone sui generis: don Roberto Dichiera. Un uomo che nel cercare la risposta alla sua domanda di felicità si è buttato, da giovane, proprio sulla droga. Come ha raccontato sulle reti Rai, ne ha fatto uso e l’ha spacciata, ottenendo alcuni istanti di sballo, ma mai quella felicità tanto desiderata. Felicità sperimentata invece quando ha incontrato Cristo, che gli ha spalancato gli occhi sulla possibilità di gustare in questo mondo, con le fatiche di tutti, una gioia dell’altro mondo. La chiamata al sacerdozio è stata poi il segno evidente di come la misericordia di Dio sia più grande di ogni nostro errore e moralismo.

Dalle ore 21.30, nell’oratorio don Bosco di Montecchio Emilia in via Franchini n. 43, don Roberto, che fa parte del movimento Nuovi Orizzonti, racconterà a tutti la sua appassionata ricerca della felicità. Domenica sarà presente alle S.Messe delle ore 9.00 a Villa Aiola e alle 11.00 in S.Donnino a Montecchio E.

Don Giancarlo Minotta




In parrocchia a Montecchio E. ciclo di incontri per genitori – adulti nell’era digitale.

A che età comprare il cellulare? Quanto tempo lasciarglielo usare? È bene che abbia un profilo facebook? E l’uso degli altri social? Queste e altre domande attraversano la mente di tanti genitori, acuite dalla difficoltà di sentirsi spesso rispondere: “ma voi siete gli unici genitori che non lasciano fare certe cose. I miei amici le fan tutti”.

Per questo motivo abbiamo pensato innanzitutto di mettere in rete diverse agenzie educative del territorio, trovando la disponibilità delle parrocchie di Montecchio E., di Villa Aiola e della Scuola Santa Dorotea. Così abbiamo contattato l’associazione My.Me, che si occupa di educazione digitale, e, sull’onda del convegno intitolato “Disconnect” avvenuto a Reggio Emilia presso la Scuola San Vincenzo sabato 05 novembre, abbiamo ideato “Disconnect Lab”.

Si tratta di un ciclo di tre appuntamenti, che non vogliono essere la classica conferenza frontale, ma momenti dinamici e coinvolgenti. L’utilizzo delle nuove tecnologie sarà volutamente trattato con approcci diversi e complementari, senza la pretesa di esaurire un tema così vasto, ma con la volontà di prendere consapevolezza di alcuni aspetti importanti e indicare delle prospettive educative di fondo.

Per questo, presso l’oratorio don Bosco di Montecchio Emilia, in via Franchini n. 43, alle 20.45, interverrà l’11 novembre il dott. Alberto Sabatini, giornalista e media educator, il 18 novembre la dott.ssa Cinzia Giubbarelli, psichiatra, e il 28 novembre la dott.ssa Eleonora Crialesi, avvocato. La partecipazione è gratuita e si possono chiedere ulteriori informazioni contattando don Giancarlo Minotta(333-2058835)  o Benedetta Fantuzzi presso la Scuola Santa Dorotea (349-3781055) di Montecchio E.

Don Giancarlo Minotta


Visualizza la locandina


Caro Don Lao,
fin dall'inizio ti sei presentato icona del Padre misericordioso, quando hai cominciato a salutare con l'abbraccio delle tue larghe braccia tutti noi, senza distinzione se non per una preferenza particolare per i bambini, i malati, gli anziani e i più poveri.
Ci hai insegnato a non aver paura ad andare incontro alla gente, ad andare in periferia (come dirà papa Francesco), ad esprimere segni di tenerezza e di affetto.
La porta della canonica ha cominciato ad aprirsi alle tante persone, schiacciate da bisogni materiali e spirituali, che hanno sempre trovato in te sostegno e conforto.
Hai cominciato subito a parlarci dell'amore di Dio, della sua misericordia non con frasi fatte, ma come uno che ne fa continuamente esperienza, perché sta sempre con Lui (anticipando in modo profetico papa Benedetto e papa Francesco).
Sei arrivato accompagnato dalla fama di un prete importante, molto colto e capace, per gli incarichi che avevi ricoperto e che ancora avevi. Ma tu, con noi, ti sei sempre rivestito di umiltà e hai cercato di insegnarla anche a noi. Quanti libretti di "detti dei Padri del deserto" hai regalato! Non solo, ma qui a Calerno, come dice S.Paolo di Gesù, hai imparato l'umiltà dalle cose che hai patito.

Calerno 29 ottobre 2016
Letture: Fil 1,18b-26; Lc 14,1.7-11

Forse anche don Lao, in questi ultimi mesi nei quali la malattia minava progressivamente il suo fisico, si è chiesto, con san Paolo: che cosa è meglio per me? Lasciare questa vita ed essere con il Signore, oppure continuare a vivere nel corpo, e dunque in questa condizione terrena, per essere più utile ai suoi cristiani, e in particolare a questa comunità di Calerno, alla quale ha voluto tanto bene, e che ora lo piange?
Per Paolo, il dubbio si apre alla fiducia di rimanere ancora in mezzo ai suoi cristiani; per don Lao, invece, è arrivata l’ultima chiamata, l’invito all’ultimo viaggio. Don Lao – così mi ha detto chi lo ha visto nel letto dell’ospedale – ha sentito avvicinarsi nella sua carne sofferente l’ora della morte, ha potuto prepararvisi. Forse ha pensato, in questi ultimi giorni (magari non proprio con queste precise parole): per me ormai il vivere è Cristo, e morire un guadagno!
E, in ogni caso, credo che avrebbe sottoscritto senza nessuna esitazione ciò che l’apostolo scriveva poco prima ai Filippesi: «Ho piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva, sia che io muoia».
Si dovrebbe dire così di ogni credente, naturalmente: ma in don Lao (e non solo in questi ultimi mesi e anni segnati dalla tribolazione della malattia) è come se la sua generosa e tenace dedizione al Signore e alla Chiesa si fossero proprio «fatti carne»: diventati voce, gesto, parola eloquente; si fossero tradotti nei movimenti con i quali sollecitava la comunità a partecipare al canto o alla preghiera, o nel suo fermarsi a salutare tutti, nei suoi abbracci, nel suo esprimere anche fisicamente attenzione, partecipazione, gratitudine, compassione e comunque condivisione di gioie e sofferenze, di vicende e momenti belli o penosi... e poi progressivamente anche nella sua carne segnata da una sofferenza sopportata con tenacia, senza mai perdersi d’animo, con quella pazienza a tutta prova» di cui parla altrove Paolo, con quella carità che «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13, 7), con quel sapersi affidato a Dio, di cui ha dato prova fino all’ultimo.

Mio testamento spirituale.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Sia sempre adorato, lodato e ringraziato l’unico vero Dio. A lui, al Signore Dio, la mia rinnovata professione di fede, il mio canto di riconoscenza e di gioia per avermi creato e fatto cristiano per un dono gratuito del Suo amore. La mia gioia per essere stato chiamato a far parte del Suo popolo, il popolo santo, la Chiesa di Cristo, nella quale desidero restare, come figlio devoto in vita e anche dopo la morte nella Gerusalemme del cielo.

Lode ancora a Dio per avermi chiamato, nonostante la mia povertà e indegnità, ad essere sacerdote. Dio mi ha dato una famiglia santa a cui devo tanta parte della mia fede e della mia vocazione. Dio benedica e ricompensi per la vita eterna il papà, la mamma, mio fratello e mia cognata, mio nipote e la sua famiglia.

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