Omelia di Domenica 1 novembre 2020 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Sono contento: una delle più belle pagine del Vangelo è davanti a noi, è la pagina delle 9 beatitudini che Gesù pronunciò all’inizio della sua vita pubblica. Cos’è una beatitudine? E’ un complimento, un elogio, un attestato di compiacimento. E’ come dire: è così che ti voglio! Tutti i santi che oggi ricordiamo è gente che ha vissuto così, nel gradimento di Dio. Mi sono chiesto: delle 9 beatitudini che Gesù pronunciò quel giorno sul monte della Galilea, qual è quella di cui il nostro tempo ha più bisogno? La mia risposta è: la mitezza (beati i miti). Credetemi, è utile riflettere su questa beatitudine, visti i tempi in cui viviamo, così propensi all’ostentazione di sé, alla voce grossa e al poco rispetto.

Omelia di Domenica 25 ottobre 2020 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

In quest’ultima domenica di ottobre, c’è sulla bocca di Gesù un invito accorato, una parola detta col cuore, è la parola AMERAI. Mia intenzione adesso è entrare in questa che più che una parola, è una vita, una vocazione, una miniera di cose, il segreto di ogni esistenza.

Il covid ha condizionato le nostre vite costringendo tutti ad un radicale mutamento delle nostre abitudini.
Anche la vita in parrocchia ne ha risentito: sono tante le attività che non si sono svolte o che hanno subito delle variazioni. Fra queste rientra l’oratorio estivo: le due settimane classiche di GREST coi bambini delle elementari e delle medie sono saltate, un’occasione persa non solo per i più piccoli ma anche per i ragazzi più grandi che non hanno così avuto modo di cimentarsi con le prime esperienze da animatori.
I catechisti hanno quindi proposto ai ragazzi di 3a media e delle superiori alcune iniziative sia ludiche che di volontariato, nel rispetto delle normative, che hanno accolto le proposte con entusiasmo ed una massiccia adesione.

Omelia di Domenica 18 ottobre 2020 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; così si è concluso il Vangelo appena ascoltato. Il nome ‘Cesare’ indicava lo Stato, per cui il senso della frase di Gesù è: anche i credenti devono adempiere verso lo Stato i doveri di tutti i cittadini: da quelli meno gradevoli come il pagamento delle tasse fino all’essere collaborativi. Uno Stato senza la collaborazione dei cittadini va poco lontano. Ma a noi della frase di Gesù interessa più la 2^ parte, date a Dio quel che è di Dio. E’ un richiamo a essere con Dio, giusti. E se essere giusti significa dare a ciascuno il suo, vien da chiedersi: dò a Dio il dovuto spazio? Adempio i miei doveri verso di Lui? Gli dò l’onore che si merita? Se è vero che il Signore ha dato la vita per me, perché allora gli riservo spesso le briciole del mio tempo? Se ogni rapporto è fatto di reciprocità, cioè di un dare e di un ricevere, è sul dare che il Vangelo di questa domenica c’invita a riflettere. Dunque, dare a Dio: cosa vorrà...

Omelia di Domenica 11 ottobre 2020 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Anche questa domenica ci consegna una parabola di Gesù. Ascoltandola, balza agli occhi la tristezza di Dio, simboleggiato dal re di cui si parla. Pensate, in quella città si sposava il figlio del re, l'erede al trono, ma nessuno intendeva andare alla festa, nessuno sembrava interessato. Quel re dunque, nel constatare che la sua sala sarebbe rimasta vuota di commensali, provò una fitta al cuore. Ma ripercorriamo il racconto.

Omelia di Domenica 4 ottobre 2020 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Due parole riassumono il Vangelo di questa domenica: portare frutto. Sono parole che ci vengono suggerite dal finale del Vangelo di questa domenica: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Nella simbologia della parabola la vigna è il mondo e coloro che la lavorano, noi, siamo chiamati a farla fruttificare al meglio. Per il Vangelo il mondo appartiene a chi lo rende migliore, a chi lo fa fiorire al meglio.

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