La violenza, il dolore e i bambini di suor Marcella


Quest’estate alla GMG alcuni fatti (la visita alla Sagrada Família, l’incontro con don Julián de la Morena...) hanno acceso in me il desiderio di mettere a disposizione il mio lavoro come mezzo di costruzione della Chiesa nel mondo. Così a fine novembre, poco dopo la laurea in architettura a Torino, sono partito per Haiti per aiutare suor Marcella nella sua missione. Subito ho provato un senso di grande desolazione: qui tutto è pervaso da un dolore e da una violenza che non avevo mai visto. Le strade sono piene di mendicanti, le case sono pochissime: la maggioranza vive in baracche, tende ed edifici diroccati. L’elettricità non esiste quasi, quindi quando il sole cala è pericoloso girare. In una situazione così la fede è messa duramente alla prova, e non è più possibile appiccicare frasi e nomi.

Jannacci: così ho visto la carezza del Nazareno

 

«Sì, ho visto la carezza del Nazareno. È successo su un tram di Milano, tanti anni fa». Enzo Jannacci oggi arriva al Meeting a presentare con un grande concerto il suo ultimo cd The Best. A settantaquattro anni, è un uomo che parla con Cristo, che lo cerca ogni giorno, perché - ci dice - ne ha «un gran bisogno». L'amico fraterno di Giorgio Gaber, il "saltimbanco" che ai tempi del Derby cantava le storie di peccatrici e peccatori, della sofferenza di Milano operaia e di poveracci che si suicidano, non ha smesso di credere in un mondo migliore e soprattutto non ha ritrovato la fede, semplicemente perché non l'ha mai perduta: «Credo molto in Dio, ci parlo - rivela in quest'intervista - e non sono mai stato ateo». 

 

Edizione straordinaria



Non ho mai visto uno sguardo così lieto


Gli avvenimenti hanno il potere di riaccendere la memoria, illuminando di senso, particolari che erano rimasti nascosti, quasi dimenticati. Anche noi siamo come quei ricordi: quasi non esistiamo finchè qualcosa viene a illuminarci, a darci senso.

Quattro luglio 2011. Due anni dopo il famoso incontro nella Cappella Sistina, con alcuni artisti ero stato invitato a celebrare con un dono personale gli ottantacinque anni di Benedetto XVI, in Vaticano. 

 

Il lavoro, la malattia: la fioritura dell’umano

 

«Che cosa succede quando mi accade l’avvenimento cristiano? La fioritura dell’umano». La prima reazione è stata pensare: vuol dire che col cristianesimo tutto si sistema, c’è il centuplo quaggiù eccetera. In questi giorni mi sono capitati due fatti che mi hanno spiazzato rispetto a questa prima reazione. Il primo. Mio figlio è rimasto senza lavoro causa ridimensionamento dell’organico.

 

Com’è piccola la nostra opera e com’è grande il Mistero

 

Dopo un pomeriggio trascorso in caritativa con gli amici di “Incontro e Presenza” nel carcere milanese di San Vittore, Anna ha scritto questa lettera.

“Ciao Pedro, oggi uscendo dal carcere ho pensato che è veramente un miracolo quello che accade là dentro. Com’è inadeguato pensare che l’affetto di Said e degli altri sia dovuto ad una nostra capacità.

 

Metti una sera, a cena con Pascoli...

 

Fine novembre: gita con tutte le seconde a visitare la casa di Giovanni Pascoli. Arriviamo a Castelvecchio, nel lucchese. Visitiamo la casa, leggiamo le poesie nel giardino, poi via di nuovo, in direzione di Barga. Verso la fine della giornata due ragazze raccontano del loro "incontro" con il poeta: si sono accorte che nelle sue parole c'era un bisogno, un mistero, la voglia di qualcosa di più delle solite abitudini.

 

“La mia vita è cambiata radicalmente”

 

Carissima Daniela,

Ciao! Si sono proprio io! Finalmente ti scrivo! Come ti ho già spiegato, il motivo per cui ti invio questo scritto è molto, molto subdolo: devo infatti “smaltire” le numerosissime carte da lettera che mi hanno regalato quando ho compiuto 18 anni.

Scherzi a parte, sono molto felice di scriverti cosi posso parlarti un po’ di me.

 

La possibilità di un piccolo passo

 

Da quando l’ennesima ristrutturazione con cassa integrazione mi ha nuovamente toccato, invece di lavorare meno - come stanno facendo i miei colleghi - io lavoro di più... e meglio. Non sono stressata come un tempo - stanca sì, lo sono - ma sono più “lucida” e molto più attenta a quello che mi accade accanto.

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