XXVIII Domenica
Tempo ordinario - Anno B
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. [...]
Omelia XXVII^ Domenica del Tempo Ordinario 7 Ottobre 2018
Non è bene che l’uomo sia solo: così si è aperta la 1^ lettura della Messa.
E’ una frase dove la parola solo ha un significato amaro, di solitudine e isolamento. Pensate, nella Bibbia il primo male di cui si parla non è il peccato ma la solitudine. E’ male che l’uomo sia solo: ‘male’ perché? Perché non c’è nessuno che basti a se stesso, nessuno che sia felice da solo, nessuno che viva bene senza nessuno accanto.
La 1^ lettura e il Vangelo di questa Messa vengono a ricordarci che siamo stati creati per amare ed essere amati.
Matrimoni, amicizie, comunità sono modi con cui si aggredisce la solitudine. E infatti la nostra lettura subito dopo aver detto non è bene che l’uomo sia solo, parla del matrimonio.
La felicità è amore, nient’altro.
Qualcuno ha detto: Se non hai ancora amato, non dire che hai vissuto pienamente.
> A dire il vero, l’essere soli non è sempre una cosa negativa. Non ci diciamo a volte: ma prenditi una pausa, stacca la spina?
Io ad esempio che, grazie a Dio, non soffro di solitudine, spesso desidero/cerco spazi in cui poter essere solo, o meglio io e il Signore e basta.
Quand’ero ragazzo pensavo che la cosa peggiore della vita fosse restare solo.
A 18/20 anni la solitudine spaventa.
Carissimi, in collaborazione con la parrocchia di Montecchio Emilia, presentiamo lo spettacolo "Spaccato in due" che si terrà presso l'Oratorio Don Bosco sabato 20 ottobre alle ore 21.
Lo spettacolo è il racconto di una vita, quella di Gianluca, cremonese, nato nel 1994, ragazzo normale che nella vita ha avuto anche un tumore che gli ha fatto nascere domande, mettere in discussione ed evolvere la sua fede, fare delle scelte, apprezzare la vita, vivere l’amicizia con i suoi giovani coetanei in modo nuovo e la famiglia in modo più vero.
Omelia Domenica 30 Settembre 2018 XXVI^ del T. O.
Il Vangelo di questa domenica si apre con un botta e risposta tra l’apostolo Giovanni e Gesù.
Era successo che un uomo, sconosciuto ai più, compiva riti di guarigione sulle persone nel nome di Cristo.
Ora secondo Giovanni non poteva farlo perché non era uno del gruppo dei discepoli. E quindi avvicinò quell’uomo e gli intimò di smettere. Gesù, saputa la cosa, reagì così: Non glielo impedire, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Anche la 1^ lettura ci ha riferito un episodio simile, qui anziché Gesù c’era Mosè. Cito il passo: Un giovane corse a dire a Mosè: ‘Eldad e Medad profetizzano nell'accampamento.’ Giosuè, servitore di Mosè, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscilo!». Ma Mosè gli disse: ‘Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!’ Cosa dire di questi 2 episodi?
Che furono 2 gli errori di Giosuè e Giovanni, da cui anche noi dobbiamo guardarci.
Omelia XXV^ Domenica del Tempo Ordinario 23 Settembre 2018
In questa mia omelia mi limiterò a sottolineare alcune frasi del testo evangelico ascoltato. Parto dalla prima.
> Per la strada gli apostoli avevano discusso di chi tra loro fosse il grande.
Non è esattamente quel che accade a noi? Quante volte pensiamo: tra noi chi è il più bravo, il più capace, il più affascinante, il più cercato?
E questo modo di pensare è in fondo l’istinto primordiale del potere che si dirama ovunque: nelle famiglie, nelle partite sportive, nel gruppo degli amici, nella parrocchia, sul posto di lavoro.
Un tale istinto se non è tenuto a freno, distrugge le relazioni.
Il potere non è solo di chi ha molti soldi o di chi è al governo di una nazione, il potere è di chi sa di avere un certo influsso sulle persone che ha vicino.
E il rischio di chi ha potere, influsso, condizionamento è di dominare o approfittarne, non di fare il vero bene delle persone.
Omelia XXIV^ Domenica del Tempo Ordinario 16 Settembre 2018
La gente, chi dice che io sia?
E subito dopo: E voi, chi dite che io sia?
Queste due domande di Gesù risuonate nel Vangelo di questa 3^ domenica di settembre ci invitano a verificare lo stato di salute del nostro rapporto con Gesù.
E ci fanno chiedere: Gesù nella mia vita è una priorità? Gesù è una mia scelta? Gesù è una fede?
> Ora, dico subito che un nostro rischio non è quello di rifiutare Gesù – non saremmo qui a Messa in questo momento - ma quello di collocare accanto a Gesù, persone, valori o cose rendendoli piccoli dei, idoli, al cui servizio ci mettiamo, togliendo così spazio all’unico e vero Signore della nostra vita, Gesù.
Da una parte diciamo credo in un solo Dio, di fatto lungo le nostre giornata sono altre le divinità a cui teniamo.
XXVII Domenica
Tempo ordinario – Anno B
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio» (...).
E così anche la 6 ore diventa “maggiorenne”: pronti dunque a festeggiarla come si deve domenica 7 ottobre a partire dalle 14,30. Una trentina di iscritti divisi in quattro squadre pronte a darsi battaglia e (soprattutto!) a divertirsi.
Qui di seguito squadre, regolamento e orari della giornata. Ovviamente si gioca (all’interno del salone parrocchiale) anche in caso di maltempo.
ITALIA | RUSSIA | SERBIA | BRASILE |
Giorgia | Pietro | Ivan | Massi |
Fede | Samuele | Simmi | Luigi |
Anna D. | Moni | Chiara | Giovanni |
Regio | Giulia | Lorena | Benedetta |
Ale | Pier | Frenci | Anna S. |
Dome | Luca | Simo | Andrea |
Robbi | Viglio | Daniele | Silvia V. |
Niccolò | Mattia |
Prime partite 14,30 ITA – RUS 15,00 SER – BRA
Semifinali dalle h. 17,30
Finale h. 18,30
Ogni incontro prevede 5 minuti di riscaldamento, 25 minuti di gioco effettivo. Si gioca con la rete alta circa mt. 2,30. Sostituzioni libere.
Prima fase: al termine delle quattro partite che ogni squadra disputerà (set unico a tempo) verranno sommati i punti ottenuti nei vari incontri e sarà stilata la classifica dal 1° al 4° posto.
Seconda fase semifinali 1°- 4° e 2°- 3° a seguire la finale prevista per le ore 18,30 circa.