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Admin
Il Vangelo
03 Dicembre 2016

Il nuovo Battesimo è l'immersione nel mare di Dio

II Domenica di Avvento
Anno A

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente?
 (...)

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Admin
Il Vangelo
26 Novembre 2016

Lo stile dell'Avvento: accorgersi, vivere con attenzione

I Domenica di Avvento
Anno A

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».

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Andrea
Notizie
23 Novembre 2016

20a Colletta Alimentare


“Nelle diverse condizioni del bisogno e delle necessità di tante persone, la vostra presenza è la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti”
ha affermato Papa Francesco in occasione della celebrazione, il 3 settembre, del Giubileo della Misericordia, l'evento giubilare dedicato al mondo del volontariato e agli operatori di Misericordia che è culminato domenica 4 settembre con la Canonizzazione della Beata Madre Teresa di Calcutta.

In Piazza San Pietro 40mila volontari e tra questi tanti di Banco Alimentare e della “sua” Giornata nazionale della Colletta Alimentare®.

Locandina Colletta 2016
La mattina del 3 settembre, tutti in fila con le pettorine gialle che da venti edizioni caratterizzano il popolo dei volontari della “Colletta Alimentare®”, che si terrà quest’anno il 26 novembre.

«Non c’è misericordia senza concretezza, voi siete la mano tesa di Cristo: ci avete pensato? Cari fratelli voi toccate la carne di Cristo con le vostre mani. Non dimenticatelo» ha affermato il Papa suscitando l’emozione dei 40mila presenti in piazza e dei tanti che hanno seguito la diretta tv.

«Il mondo – ha aggiunto il Papa - ha bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, e richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a sé stessi e disinteressarsi dei fratelli nel bisogno».

E ha aggiunto «Questo voltarsi per non vedere la fame, le malattie, le persone sfruttate ha aggiunto senza seguire gli appunti scritti - è un peccato grave, è il peccato moderno, il peccato di oggi. Noi cristiani non possiamo permettercelo».

Parole  che hanno toccato il cuore sia dei 135.000  volontari che si stanno preparando per la prossima “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare®” sia dei 1.843 volontari stabili di Banco Alimentare.


Vi aspettiamo questo sabato, 26 novembre, al D'Italy di Calerno!!


Admin
Il Vangelo
19 Novembre 2016

La storia del re che morì amando, all'inverosimile

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

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Andrea
Incontri
17 Novembre 2016

Animatori... tanta roba!


Si chiama “Animatori…tanta roba!” la nuovissima proposta indirizzata agli animatori di oratorio, di centri estivi ed educativi che il Centro Sportivo Italiano di Reggio Emilia e il servizio per la pastorale giovanile diocesana offrono per l’anno 2016/2017.
L’idea centrale della proposta “Animatori…tanta roba” è quella dell’incontro: durante le diverse esperienze di servizio e volontariato gli animatori, gli educatori, gli allenatori sono chiamati ad incontrare i ragazzi e le loro famiglie proponendo loro una visione del mondo e della persona basata sulla speranza, sulla fiducia e sulla condivisione affinché ad ognuno sia permesso di crescere in maniera sana e positiva, senza sentirsi solo.

Animatori... tanta roba!
Per questo motivo le varie serate che si susseguiranno durante l’anno saranno degli incontri con persone che sappiano trasmettere nei partecipanti al corso la bellezza dell’incontro con Gesù e la passione dell’incontro con il prossimo.
Inizieremo il 30 ottobre all’oratorio “Gran Pino” di Cavriago con il talentuoso Gigi Cotichella, attore, conduttore, animatore e chi più ne ha più ne metta, da anni un vero e proprio specialista sulle qualità dell’animatore.
Proseguiremo poi sabato 19 novembre all’Oratorio “Giovanni Paolo II” a Reggio Emilia incontrando Pietro Sarubbi, attore che è stato “cambiato da uno sguardo” mentre recitava la parte di Barabba sul set di The Passion di Mel Gibson.
Il 4 febbraio poi avremo un super ospite musicale sul cui nome vige ancora il riserbo.. sarà una grande sorpresa!
Il 23 aprile inizieremo a guardare con più attenzione verso le esperienze estive che i nostri animatori vivranno in prima persona pochi mesi dopo, grazie ad una giornata di laboratori, bans, preghiera e giochi.
Il percorso si concluderà con una grande festa per tutti gli animatori il 25 giugno.
 

La proposta “animatori…tanta roba!” si intreccia con un altro percorso che già da anni il CSI e la Pastorale Giovanile offrono a tutti coloro che ne fanno richiesta: la programmazione e la gestione di incontri formativi per i volontari (animatori, catechisti, allenatori, educatori) in vista del loro servizio ai più piccoli.
I due percorsi si innestano l’uno nell’altro andando così a creare un unico percorso formativo ricco e adatto alle esigenze di ogni singola realtà territoriale.
 
Per qualsiasi informazione è possibile scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per iscriversi al percorso “Animatori… tanta roba” è necessario compilare il modulo on-line.


Admin
Incontri
17 Novembre 2016

Dalle droghe a sacerdote


Don Roberto Dichiera racconta l’appassionata ricerca della felicità nella sua vita

Don Roberto Dichiera racconta l’appassionata ricerca della felicità nella sua vita
Chi è quel ragazzo delle superiori che oggi, quantomeno, non conosce qualcuno che fa uso di canne? È inutile nascondere la realtà, così come è inutile fermarsi a demonizzare chi usa la droga. Ci pare più utile cercare di ascoltare e dialogare, tentare di comprendere le ragioni che spingono verso certe scelte, conoscere cosa accade intorno a noi, informarci e provare a creare una rete di relazioni.


Per questo lo scorso anno abbiamo fatto tre incontri con i genitori dei ragazzi dalla I media alla V superiore delle parrocchie di Montecchio E. e Villa Aiola. In quest’ultimo mese abbiamo invece ripreso il tema con i ragazzi, cercando di dare informazioni sulle diverse droghe, sul come aiutare eventuali conoscenti che ne fanno uso, sul cercare di capire che chi ne fa uso non è cattivo, ma sta cercando nel posto sbagliato la risposta a domande giuste e che abbiamo tutti. Questo cammino lo abbiamo fatto aiutati da persone esperte e impegnate ogni giorno sul campo, oltre che da una dolorosa ma bella testimonianza.

Come tappa riepilogativa di tutto questo viaggio vogliamo regalarci una serata con un nuovo testimone. Un testimone sui generis: don Roberto Dichiera. Un uomo che nel cercare la risposta alla sua domanda di felicità si è buttato, da giovane, proprio sulla droga. Come ha raccontato sulle reti Rai, ne ha fatto uso e l’ha spacciata, ottenendo alcuni istanti di sballo, ma mai quella felicità tanto desiderata. Felicità sperimentata invece quando ha incontrato Cristo, che gli ha spalancato gli occhi sulla possibilità di gustare in questo mondo, con le fatiche di tutti, una gioia dell’altro mondo. La chiamata al sacerdozio è stata poi il segno evidente di come la misericordia di Dio sia più grande di ogni nostro errore e moralismo.

Dalle ore 21.30, nell’oratorio don Bosco di Montecchio Emilia in via Franchini n. 43, don Roberto, che fa parte del movimento Nuovi Orizzonti, racconterà a tutti la sua appassionata ricerca della felicità. Domenica sarà presente alle S.Messe delle ore 9.00 a Villa Aiola e alle 11.00 in S.Donnino a Montecchio E.

Don Giancarlo Minotta




Admin
Il Vangelo
12 Novembre 2016

Non un capello andrà perduto

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». (...)

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Admin
Il Vangelo
05 Novembre 2016

L'amore dei risorti: purezza degli angeli, pienezza di Dio

XXXII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

In quel tempo, disse Gesù ad alcuni sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

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Giuliana Ferretti
Parrocchia
31 Ottobre 2016

Lettera-ricordo a Don Lao

Caro Don Lao,
fin dall'inizio ti sei presentato icona del Padre misericordioso, quando hai cominciato a salutare con l'abbraccio delle tue larghe braccia tutti noi, senza distinzione se non per una preferenza particolare per i bambini, i malati, gli anziani e i più poveri.
Ci hai insegnato a non aver paura ad andare incontro alla gente, ad andare in periferia (come dirà papa Francesco), ad esprimere segni di tenerezza e di affetto.
La porta della canonica ha cominciato ad aprirsi alle tante persone, schiacciate da bisogni materiali e spirituali, che hanno sempre trovato in te sostegno e conforto.
Hai cominciato subito a parlarci dell'amore di Dio, della sua misericordia non con frasi fatte, ma come uno che ne fa continuamente esperienza, perché sta sempre con Lui (anticipando in modo profetico papa Benedetto e papa Francesco).
Sei arrivato accompagnato dalla fama di un prete importante, molto colto e capace, per gli incarichi che avevi ricoperto e che ancora avevi. Ma tu, con noi, ti sei sempre rivestito di umiltà e hai cercato di insegnarla anche a noi. Quanti libretti di "detti dei Padri del deserto" hai regalato! Non solo, ma qui a Calerno, come dice S.Paolo di Gesù, hai imparato l'umiltà dalle cose che hai patito.

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Admin
Parrocchia
30 Ottobre 2016

Omelia per il funerale di don Lao

Calerno 29 ottobre 2016
Letture: Fil 1,18b-26; Lc 14,1.7-11

Forse anche don Lao, in questi ultimi mesi nei quali la malattia minava progressivamente il suo fisico, si è chiesto, con san Paolo: che cosa è meglio per me? Lasciare questa vita ed essere con il Signore, oppure continuare a vivere nel corpo, e dunque in questa condizione terrena, per essere più utile ai suoi cristiani, e in particolare a questa comunità di Calerno, alla quale ha voluto tanto bene, e che ora lo piange?
Per Paolo, il dubbio si apre alla fiducia di rimanere ancora in mezzo ai suoi cristiani; per don Lao, invece, è arrivata l’ultima chiamata, l’invito all’ultimo viaggio. Don Lao – così mi ha detto chi lo ha visto nel letto dell’ospedale – ha sentito avvicinarsi nella sua carne sofferente l’ora della morte, ha potuto prepararvisi. Forse ha pensato, in questi ultimi giorni (magari non proprio con queste precise parole): per me ormai il vivere è Cristo, e morire un guadagno!
E, in ogni caso, credo che avrebbe sottoscritto senza nessuna esitazione ciò che l’apostolo scriveva poco prima ai Filippesi: «Ho piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva, sia che io muoia».
Si dovrebbe dire così di ogni credente, naturalmente: ma in don Lao (e non solo in questi ultimi mesi e anni segnati dalla tribolazione della malattia) è come se la sua generosa e tenace dedizione al Signore e alla Chiesa si fossero proprio «fatti carne»: diventati voce, gesto, parola eloquente; si fossero tradotti nei movimenti con i quali sollecitava la comunità a partecipare al canto o alla preghiera, o nel suo fermarsi a salutare tutti, nei suoi abbracci, nel suo esprimere anche fisicamente attenzione, partecipazione, gratitudine, compassione e comunque condivisione di gioie e sofferenze, di vicende e momenti belli o penosi... e poi progressivamente anche nella sua carne segnata da una sofferenza sopportata con tenacia, senza mai perdersi d’animo, con quella pazienza a tutta prova» di cui parla altrove Paolo, con quella carità che «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13, 7), con quel sapersi affidato a Dio, di cui ha dato prova fino all’ultimo.

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