Omelia di Giovedì 14 Aprile 2022 - Giovedì Santo

Amare ancora, amare sempre, amare fino in fondo. E’ questo il titolo della mia omelia. Abbiamo ascoltato una pagina dal Vangelo di Giovanni, un Vangelo che a differenza degli altri tre, fa ruotare il racconto del giovedì santo non attorno all’ultima cena ma al suo significato. Nel racconto infatti non compaiono le parole sul pane e sul vino  (prendete e mangiate...) ma è solo descritta la lavanda dei piedi. Un gesto che si può interpretare così: Gesù lava i piedi per rimettere in piedi. Pensate, Gesù prende fra le mani i piedi di ciascun apostolo, quando appena prima ciascun apostolo aveva avuto fra le mani il suo corpo.

Omelia di Domenica 3 Aprile 2022 - V Domenica di Quaresima, Anno C

Desideravo questa domenica, perché sapevo che avrebbe portato con sé quella pagina splendida di Vangelo che abbiamo ascoltato: ci ha parlato del perdono da parte di Gesù di una donna sorpresa in adulterio. L’apice del brano è alla fine: Rimase soltanto Gesù e la donna. Gesù si alzò e le disse: "Dove sono andati? Nessuno ti ha condannata?" La donna: "Nessuno, Signore." E Gesù: "Neppure io ti condanno. Va', ma d'ora in poi non peccare più!" E’ un dialogo semplice, asciutto, non una parola di più e non una parola di meno, con tanta suspence. Perché? Perché la scena è carica di drammaticità. Dalle parole di Gesù dipendeva la vita di quella donna e anche la sua (di Gesù). Ripercorriamo la scena.

Omelia di Domenica 27 marzo 2022 - IV Domenica di Quaresima, “Laetare” - Anno C

C’era una volta un ragazzo che aveva una gran voglia di vivere. Un giorno decise di andarsene da casa per conoscere il mondo, trovare nuovi amici, godersi la gioventù. All’inizio era tutto nuovo e interessante: volti nuovi, gente allegra, concerti, esperienze mai fatte…proprio quel che cercava. Col passare del tempo però, quella sua nuova vita lo convinceva sempre meno: certe amicizie si rivelarono sbagliate, esperienze scottanti, la prima sniffatina tanto per provare…. Non vi sto raccontando una storiella, bensì una pagina di Vangelo, quella che abbiamo appena ascoltato. In questa pagina c’è  la storia di tutti noi.

Omelia di Domenica 20 marzo 2022 - III Domenica di Quaresima, Anno C

Abbiamo ascoltato una pagina di Vangelo che si compone di 2 parti: la 1^ riporta un forte invito di Gesù a convertirsi, la 2^ riporta una parabola. Dato che al tema della 1^ parte dedicherò il ritiro sp. che terrò domani, in questa Messa mi soffermerò sulla parabola del fico sterile. Si tratta di un racconto in cui chi rappresenta Dio non è il padrone esigente, che pretende giustamente dei frutti, ma il contadino paziente e fiducioso, che dice: dammi la possibilità di lavorare attorno a questo fico ancora 1 anno affinché arrivi a portare frutti.

Omelia di Domenica 13 marzo 2022 - II Domenica di Quaresima, Anno C

Tutti gli anni, la 2^ domenica di Quaresima ci mette davanti il Vangelo della trasfigurazione di Gesù sul monte, presenti i 3 apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Cosa fu propriamente la trasfigurazione? Fu un’intensa esperienza spirituale, durante la quale i 3 apostoli, come in visione, percepirono il Signore nella sua divinità, nella sua gloria celeste. E dato che ogni esperienza mistico-religiosa non ha parole capaci di descriverla, se avete notato, pure il testo evangelico non dice molto sullo svolgersi di questa esperienza. Mi son chiesto: a noi è possibile vivere con Gesù un’esperienza come la vissero Giacomo, Pietro e Giovanni?

Omelia di Domenica 6 marzo 2022 - I Domenica di Quaresima, Anno C

Gesù rispose al diavolo: Non di solo pane vive l’ uomo. Così ci ha appena riferito il Vangelo. Che è come dire: mangiare bisogna, ma non è tutto; i beni materiali occorrono, ma non bastano a rendere felici. Riflettiamo un pò su queste.
> La troppa attenzione ai beni materiali (cibo, soldi, macchina, cellulare) ci allontana da un altro bene, le persone. L’assillo per le cose toglie attenzione al resto. L’accumulo di cose può introdurre in noi confusione e ansia, col rischio che vengano penalizzate cose più importanti. Ma c’è di più. Non è forse vero che la ricchezza a volte incattivisce? Non è forse vero che tante volte la ricchezza, anziché aprire, chiude? Anziché generosi rende egoisti? Non è forse vero che quando tu credi di possedere le cose, in realtà sono esse a possederti? Non ci chiediamo mai perché in tempi di miseria c’è più solidarietà che in tempi di benessere?

Omelia di Domenica 27 febbraio 2022 - VIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Commentare il Vangelo di questa domenica è un’impresa, visti i numerosi spunti di riflessione che offre. Mi soffermo sulle prime parole di Gesù. Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e 2 in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Qui Gesù si riferisce alla pretesa dei suoi discepoli di mettersi a fare i giudici e i maestri degli altri. Per Gesù, nella comunità cristiana c'è una sola guida e un solo maestro: il Cristo.

Omelia di Domenica 20 febbraio 2022 - VII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Se domenica scorsa la parola chiave del Vangelo era beati, oggi è amate. Solo che, subito dopo aver detto amate Gesù ci piazza una scalata durissima, perché dice amate i vostri nemici. Non semplicemente amate e nemmeno amate chi vi vuol bene ma amate i vostri nemici. Ma come facciamo ad amare i nostri odiatori? Come facciamo ad amare chi ci getta addosso calunnie? Come facciamo ad amare chi meno ci vede e meglio sta? E’ lo stesso brano evangelico a rispondere, là dove dice: fate agli altri ciò che vorreste che venisse fatto a voi. Chiediamoci allora: come vorrei che gli altri agissero con me? Che gente vorrei aver attorno?

Omelia di Domenica 13 febbraio 2022 - VI Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Beati voi poveri perché vostro è il Regno di Dio. Così esordisce Gesù nel discorso che abbiamo appena ascoltato dal Vangelo. Chi è attento al dibattito che c’è nella Chiesa, sa che ci sono persone che sostengono che si farebbe un utilizzo eccessivo di questa frase del Signore, beati i poveri. Certo, dicono, Gesù ha detto queste parole, ma un conto è questo, altro conto è stare sempre, o quasi, su questa frase, come se Gesù avesse sempre o solo parlato di poveri. Tanti anni fa, a un vescovo innamorato dei poveri giunse questa lettera provocatoria.

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