Omelia di Mercoledì 25 Marzo 2020 - Solennità dell'Annunciazione, Anno A

Non temere Maria! Ecco alcune parole, tra l’altro molto attuali, del vangelo di questa S. Messa. Non avere paura, Maria!
> Non so se lo sappiate, i biblisti hanno contato quante volte nella Bibbia ritorna l’espressione non avere paura! Ne è venuta fuori una cifra molto curiosa, fin misteriosa: 365 volte, proprio come 365 sono i giorni dell’anno. E’ come se ogni giorno la Parola di Dio raggiungesse il nostro risveglio mattutino con questo particolare buon giorno da parte di Dio: non avere paura! Tutte le mattine Dio ci dice: non avere paura! Parole che possiamo rendere così: non gettare la spugna; non accettare di arrenderti; sappi che il mondo è destinato a precipitare in Dio, non nel baratro. E perché Dio non ci vuole nella paura? Ma perché la paura è più contagiosa di un virus, la paura rende egoisti, ti fa ripiegare. Se hai paura sei bloccato e non vai avanti, se hai paura non ti sposi, non ti fai prete, non inizi nessuna avventura, non fai nessuna scelta coraggiosa.

Omelia di Domenica 15 Marzo 2020 - III Domenica di Quaresima, Anno A

Sono molto contento, pur trovandoci in un periodo di ‘stop’ alle celebrazioni, di potervi dire qualcosa del bel Vangelo di questa 3^ domenica di Quaresima. Il Vangelo è iniziato così: Gesù, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunse una donna ad attingere acqua, a cui disse: ‘Dammi da bere’. Gesù dunque quel giorno era stanco, si appoggiò a quel pozzo presso cui arrivò nell'ora più calda della giornata, nella brulla Samaria. C’era calura, afa e aveva sete. In quello stesso momento arrivò lì ad attingere acqua una donna a cui Gesù fece una richiesta di 3 parole: dammi da bere. Pensate, una donna esce di casa ad attingere acqua per poi fare ritorno al villaggio, arriva al pozzo col pensiero della sua casa, delle sue faccende e dei suoi problemi. Ha il tempo calcolato, i suoi programmi e d’un tratto si sente rivolgere una richiesta da parte di un uomo che tra l’altro non le avrebbe dovuto rivolgere la parola, stando alle regole del tempo. Questi i fatti.

Omelia di Domenica 08 Marzo 2020 - II Domenica di Quaresima, Anno A

Sono molto contento, pur trovandoci in un periodo di ‘stop’ alle celebrazioni, di riuscire ugualmente a dirvi qualcosa sul Vangelo di questa 2^ domenica di Quaresima. Il Vangelo è Gesù che ci parla. Il brano di questa domenica ci ha riferito che Gesù un giorno chiese a 3 dei suoi amici - Pietro, Giacomo e Giovanni - di accompagnarlo su un monte. E lassù cosa fece? Si trasfigurò, cioè divenne luminoso, angelico. Gesù in quel modo volle mostrarsi nella sua divinità e così fece gustare ai suoi amici un assaggio di Paradiso. Ora, tra i diversi spunti di riflessione che il brano offre, ne colgo uno, è contenuto in queste parole: Pietro disse: Signore facciamo qui 3 capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia. Ho detto tra me e me: perché non facciamo nostra l’idea di Pietro? Perché non costruiamo pure noi 3 capanne: una per Elia, una per Gesù e una per Mosè, in senso metaforico s’ intende.

Omelia di Domenica 01 Marzo 2020 - I Domenica di Quaresima, Anno A

La mia omelia questa mattina prende le mosse da alcune righe della 1^ lettura. Rispose la donna: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: ‘Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare.’  Mi vien da fare una battuta: Adamo voleva la mela non per il desiderio della mela, ma perché era proibita. Se non gli fosse stato detto che a quell’albero non poteva mettere mano, forse quell’albero non l’avrebbe nemmeno notato. Il gusto del proibito è un vizio antico. Ma battute a parte, le parole di Eva pongono una questione vera, quella del permesso e della proibizione.

Omelia di Domenica 23 Febbraio 2020 - VII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Siate santi come io vostro Dio sono santo. E poi: Siate perfetti. Sono i 2 inviti che ci ha appena rivolto la Parola di Dio. Anche al giovane ricco Gesù disse: Se vuoi essere perfetto... Questa mattina dunque la domanda da porsi è: la Parola di Dio cosa intende per perfezione e per santità? E ancora: come ci si deve muovere per tendere alla santità? Solitamente, alla parola perfezione noi associamo l’idea di bravura, riuscita, successo. Perfetto è chi non sbaglia, è chi è bravo un po’ in tutto: nel lavoro, a scuola, nello sport, in famiglia, nelle relazioni. Invece, se interpelliamo le sacre scritture, non emerge quest’idea di perfezione. Ad esempio S. Paolo nella Bibbia dice: quando sono debole è allora che sono forte. E quindi, mentre noi associamo l’essere perfetti all’essere bravi, S.P. associa la perfezione alle debolezze umane. Per lui è perfetto non chi non sbaglia, non chi è senza difetti, non chi non fallisce, non chi non ce la fa, ma chi sa gestire bene i suoi limiti e fallimenti. Perfetto è chi gestisce bene le sue imperfezioni.

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