La mia omelia, stamattina, prende le mosse dalla 1^ lettura della Messa che contiene lo sfogo di un importante uomo di Dio, il profeta Geremia. Cito un passaggio delle sue parole: Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Mi colpiscono le 2 parole fuoco ardente: indicano che in Geremia, nonostante tutto quello stava passando, non si era affatto spenta la passione amorosa per Dio. Vengono in mente le parole che il pomeriggio di Pasqua dissero i 2 discepoli di Emmaus riguardo al loro incontro con Gesù: Non ci ardeva il cuore in petto mentre ci spiegava le scritture? Vien da chiedersi: noi credenti sappiamo mostrare, come Geremia e i 2 discepoli, che Dio seduce ancora? Sappiamo mostrare che Dio sa ancora catturare i cuori? Sappiamo mostrare che Dio sa ancora intercettare i desideri più veri delle persone? Queste domande hanno poi una conseguenza: vivo la vita cristiana solo come un dovere o anche e soprattutto come slancio, passione, seduzione direbbe il nostro profeta?!
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