Omelia di Domenica 20 novembre 2022 - XXXIV Domenica del Tempo Ordinario; Cristo Re, Anno C

Il Vangelo di questa domenica ci pone innanzi una scena per nulla gradevole: siamo sul monte Calvario dove ci sono tre croci, a cui sono appesi Gesù e due malfattori. Gesù chiuse così la sua esistenza terrena. Due sere fa meditavo questa pagina di Vangelo con un gruppetto di persone e si diceva: l’ultimo atto di Gesù prima di morire fu un gesto di perdono; l’ultima compagnia di Gesù prima di morire fu quella di due delinquenti; l’ultima parola di Gesù prima di morire fu una dichiarazione che vorremmo sentirci rivolgere tutti (Oggi stesso sarai con me in Paradiso). Dunque, Gesù morì perdonando, Gesù morì regalando il Paradiso a un malfattore, Gesù morì in compagnia di due peccatori. Pensate, dopo la morte di Gesù, il primo santo fu un delinquente… pentito. Dico una battuta: quel ladro in croce fu ladro fino all’ultimo: riuscì a rubare fin il Paradiso.

Omelia di Domenica 13 novembre 2022 - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Suppongo che in tanti siate rimasti colpiti dalle immagini quasi da paura del Vangelo che abbiamo ascoltato. Cos’era successo? Che Gesù, trovandosi a parlare della fine del mondo, utilizzò le categorie apocalittiche del tempo, le quali se da una parte non vanno prese alla lettera, dall’altra il messaggio forte in esse contenuto, va colto. Su una frase in particolare concentro la mia riflessione: nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. E cioè: ciascun essere umano è talmente prezioso, che fin ogni suo capello è importante.

Omelia di Domenica 6 novembre 2022 - XXXII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Anche ai tempi di Gesù ci si interrogava su cosa c’era dopo la morte, se il niente o un’altra vita. E anche allora le opinioni differivano. I sadducei ad esempio erano un partito religioso che negava che ci fosse un’altra vita dopo la morte. Gesù non la pensava così. E un giorno si trovarono a discutere proprio di questo argomento. Il Vangelo di questa domenica riporta uno stralcio di quella conversazione. Venne sottoposto a Gesù un caso abbastanza inverosimile, la storia di una donna che rimase vedova sette volte perché ogni volta che moriva il marito se ne trovava un altro, che a sua volta moriva. Un caso quasi ridicolo col quale questi sadducei volevano ridicolizzare proprio ciò in cui credeva Gesù, il passaggio dei morti alla vita eterna. La domanda a Gesù fu questa: se questo Paradiso c’è, questa donna in Paradiso di chi sarà moglie, visto che ha avuti ben sette mariti? La risposta di Gesù l’abbiamo sentita, della risposta sua sottolineo una cosa.
Le persone in Paradiso saranno come angeli dice Gesù. Che vuol dire: se andremo in Paradiso, il corpo che avremo non sarà più quello fisico che abbiamo adesso, ma sarà un corpo glorioso, celeste, simile a quello degli angeli. E però pur essendo incorporei, non saremo impersonali, ognuno conserverà la sua personalità. Rimarremo noi, ciascuno nella sua individualità. Saremo come Gesù subito dopo essere risorto, quando appariva agli apostoli passando per le porte chiuse.
Bene, come lui anche noi, una volta in Cielo, la nostra umanità e identità non verrà cancellata.
Concludo con una bella citazione di M. Blondel, che ebbe a dire su questo argomento: Uno dei miei pensieri più cari è che noi ritroveremo nell’eternità tutto quello che abbiamo ammirato, amato e scarificato in questo mondo.

 

Omelia di Martedì 1 novembre 2022 - Festa di Ognissanti

Oggi è la festa di tutti i santi. Chi sono i santi? Non dico i santerellini, ma i santi? Quanti sono? Dove risiedono? In Cielo? Ad alcune di queste domande risponde la prima lettura della Messa: Udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo santo: una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Ecco i santi: sono una moltitudine sterminata e se ora sono in Cielo, è perché l’hanno meritato con una vita qui sulla terra vissuta nel gradimento di Dio.

Omelia di Domenica 30 ottobre 2022 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Questa domenica ci mette innanzi un gioiello di Vangelo. Siamo a Gerico, in Palestina, e lì avviene l’incontro tra Gesù e un uomo di nome Zaccheo. Ed è grazie a quest’incontro che quest’uomo cambia vita.
Tre cose mi piace sottolineare di questo episodio.
La prima - Zaccheo da tempo cercava d’incontrare Gesù e quando lo incontrò scoprì che anche Gesù lo stava cercando. Il cercatore si accorge di essere cercato. Avviene come quando un ragazzo dopo mesi di corteggiamento riesce finalmente a ottenere il sì dalla ragazza tanto desiderata... e cosa scopre? Che anche lei da tempo provava interesse per lui. Bene, così fu per Zaccheo e Gesù: il loro incontro fu l’esito di due ricerche, l’approdo di due desideri, il risultato di un tendere l’uno verso l’altro. Ora, anche per il credente è così: nel cercare e nell’incontrare Dio, scopre che Dio da sempre era alla ricerca di lui.

Omelia di Domenica 23 ottobre 2022 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Come sempre la Parola di Dio fa centro e ci consente di far ritorno alle nostre case più ricchi interiormente. Mi sto riferendo al Vangelo ascoltato: ha per protagonisti due uomini in preghiera e la cosa interessante è che dal loro modo di pregare emerge il tipo di persone che sono. Vien da dire: Dimmi come preghi e ti dirò chi sei. Mi soffermo sulla preghiera del fariseo. Cito il testo: Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come quel pubblicano…

Omelia di Domenica 16 ottobre 2022 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Terza domenica di ottobre: il Vangelo ci ha messo innanzi il racconto di un giudice disonesto alle prese con una vedova. Inizia così. C’era una vedova, che andava da un giudice e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Simpatica questa vedova: tosta, tenace, fiduciosa. Avendo subito un’ingiustizia non intendeva darsi per vinta. E infatti la spuntò: riuscì a ottenere giustizia. La cosa interessante di questa vedova non fu solo la sua insistenza e la certa fiducia di farcela, ma anche il contenuto della sua richiesta. Voglio dire: ella voleva che quel giudice che fosse un vero giudice, che facesse cioè fino in fondo il suo mestiere.

Omelia di Domenica 9 ottobre 2022 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Come ogni domenica ci lasciamo prendere per mano dalla lettura del Vangelo. Gesù è in cammino verso Gerusalemme, a un certo punto, probabilmente per ristorarsi un poco, entra in un villaggio. Ed ecco la sorpresa: 10 uomini malati di lebbra, che vuol dire privi di speranza, prostrati dall’emarginazione, sentendo che c’era Gesù, gli vanno incontro implorandolo di guarirli. E Gesù li esaudisce. Solo che il brano termina così: Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro a ringraziare Gesù. Ma Gesù osservò: Non ne sono stati guariti 10? E gli altri 9 dove sono? Mi ha colpito la domanda: e gli altri 9 dove sono? Ho detto tra me e me: Avrei potuto esserci anch’io tra quei 9? Questa domanda m’ha suggerito qualche spunto di riflessione.

Omelia di Domenica 2 ottobre 2022 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Il Vangelo di questa domenica si apre con un breve dialogo tra Gesù e gli apostoli sul tema della fede. Signore, accresci in noi la fede, gli dicono. E lui:  Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sràdicati e vai a piantarti nel mare’ ed esso vi obbedirebbe. Notate, mentre gli apostoli chiedono un aumento della propria fede, la risposta di Gesù sposta l’accento dalla quantità alla qualità. Per lui basta una fede piccola quanto un granello di senape perché si riesca a fare grandi cose. Per lui il punto vero non è un aumento della fede, ma che essa possa essere viva e convinta, pur se piccola.

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