“Da una crisi si esce o migliori o peggiori, dobbiamo scegliere.
E la solidarietà è una strada per uscire dalla crisi migliori”
(Papa Francesco - Udienza del 2/9/2020)


Come abbiamo già scritto in questo articolo, quest’anno la Colletta Alimentare si svolge con modalità totalmente diverse dalle solite a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Chi non avesse la possibilità di recarsi in un supermercato che aderisce all’iniziativa può comunque donare nei seguenti modi:


DONAZIONE CON BONIFICO BANCARIO
Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus

UniCredit
IBAN: IT70W 02008 01619 000100943590

Intesa Sanpaolo
IBAN: IT31G 03069 09606 100000003513

UBI Banca
IBAN: IT85U 03111 01665 000000005382


DONAZIONE CON CARTA DI CREDITO, PAYPAL, SATISPAY

https://www.bancoalimentare.it/it/donaora


Ecco il messaggio del Papa in occasione della IV Giornata Mondiale dei Poveri
“Non ci si improvvisa strumenti di misericordia, è necessario un allenamento quotidiano, che parte dalla consapevolezza di quanto noi per primi abbiamo bisogno di una mano tesa verso di noi”. Quanto sono importanti queste parole del Papa in occasione della “IV giornata mondiale dei poveri” in un momento grave come quello che stiamo vivendo. Quell’allenamento quotidiano è la strada su cui ciascuno di noi è incamminato, nel tentativo di rispondere al grido di aiuto di tanta gente. La Colletta Alimentare giunge in un momento cruciale ed è importante che arrivi anche quest’anno come risposta all’invito di Francesco di aderire alla Giornata Mondiale dei Poveri. Così non ci si sente soli ma parte di un grande progetto di amore. Perché come ha detto ancora il Papa “il fine di ogni nostra azione non può essere altro che l’amore che è condivisione, dedizione e servizio, ma comincia dalla scoperta di essere noi per primi amati”.

 

Omelia di Domenica 22 novembre 2020 - Gesù Cristo Re dell'Universo - Tempo Ordinario, Anno A

E’ davanti a noi una delle pagine più belle del Vangelo: Gesù attraverso una parabola ci dice cosa avverrà alla fine del mondo. E cosa avverrà? Che tutti verremo giudicati con un giudizio che verterà sull’attenzione che avremo avuto verso le persone più bisognose. Se avete seguito la lettura del Vangelo avrete notato che Gesù mette in campo una successione di 6 verbi: sfamare, dissetare, accogliere, vestire, visitare, fare compagnia. Bene, il Paradiso verrà dato a chi metterà in pratica questi 6 verbi. Li analizzo uno a uno.

Omelia di Domenica 15 novembre 2020 - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Di nuovo, come domenica scorsa, il Vangelo ci mette davanti una parabola di Gesù.
> Così è iniziata: un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede 5 talenti, a un altro 2, a un altro 1, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. I servi erano 3 e tutti e 3 furono chiamati per ricevere chi 1, chi 2, chi 5 talenti. Nessuno venne lasciato senza niente, come a dire: nessuno è così povero da non avere nulla da dare. Ma cos’erano ste talenti?

Omelia di Domenica 8 novembre 2020 - XXXII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Il Vangelo ci ha raccontato una storia, la storia di 10 ragazze, le quali, con in mano delle torce accese, sfidano la notte per andare verso la casa di un giovane che doveva sposarsi. E queste ‘10 piccole luci’ in circolazione quella notte erano un segnale di coraggio, perché - d’accordo, era questa l’usanza matrimoniale di quei tempi - ma che di notte, giovani donne in cammino, sfidino il buio degli imprevisti, non era e non è cosa ovvia. Mi piace vedere in queste 10 ragazze, ciascuna con una torcia in mano, ciascuno di noi che si chiede: io sono una presenza luminosa? Io sto portando luce a qualcuno? Il mio modo di vivere è un vivere acceso o spento? Possono applicarsi a ciascuno di noi le parole della Bibbia “guardate a Lui e sarete raggianti”?

Omelia di Domenica 1 novembre 2020 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

Sono contento: una delle più belle pagine del Vangelo è davanti a noi, è la pagina delle 9 beatitudini che Gesù pronunciò all’inizio della sua vita pubblica. Cos’è una beatitudine? E’ un complimento, un elogio, un attestato di compiacimento. E’ come dire: è così che ti voglio! Tutti i santi che oggi ricordiamo è gente che ha vissuto così, nel gradimento di Dio. Mi sono chiesto: delle 9 beatitudini che Gesù pronunciò quel giorno sul monte della Galilea, qual è quella di cui il nostro tempo ha più bisogno? La mia risposta è: la mitezza (beati i miti). Credetemi, è utile riflettere su questa beatitudine, visti i tempi in cui viviamo, così propensi all’ostentazione di sé, alla voce grossa e al poco rispetto.

Omelia di Domenica 25 ottobre 2020 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

In quest’ultima domenica di ottobre, c’è sulla bocca di Gesù un invito accorato, una parola detta col cuore, è la parola AMERAI. Mia intenzione adesso è entrare in questa che più che una parola, è una vita, una vocazione, una miniera di cose, il segreto di ogni esistenza.

Il covid ha condizionato le nostre vite costringendo tutti ad un radicale mutamento delle nostre abitudini.
Anche la vita in parrocchia ne ha risentito: sono tante le attività che non si sono svolte o che hanno subito delle variazioni. Fra queste rientra l’oratorio estivo: le due settimane classiche di GREST coi bambini delle elementari e delle medie sono saltate, un’occasione persa non solo per i più piccoli ma anche per i ragazzi più grandi che non hanno così avuto modo di cimentarsi con le prime esperienze da animatori.
I catechisti hanno quindi proposto ai ragazzi di 3a media e delle superiori alcune iniziative sia ludiche che di volontariato, nel rispetto delle normative, che hanno accolto le proposte con entusiasmo ed una massiccia adesione.

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