- don Fernando
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Fiaccolata di pace
XXXII Domenica
Tempo Ordinario - Anno A
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. (…)
XXXI Domenica
Tempo Ordinario - Anno A
Non fatevi chiamare “rabbì”, perché́ uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Omelia di Domenica 29 ottobre 2023 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
In quest’ultima domenica di ottobre, troviamo sulla bocca di Gesù un invito accorato: AMERAI. E’ più di un invito, è l’annuncio di un modo di vivere, è una vocazione, una missione, il cuore di ogni esistenza.
> Un antico saggio orientale disse che se lui avesse avuto per un istante l’onnipotenza di Dio, l’unico miracolo che avrebbe compiuto sarebbe stato quello di ridare alle parole il loro significato originario. Se questo saggio fosse qui davanti a me l’abbraccerei di gioia perché in questo nostro tempo sta proprio accadendo che certe parole molto importanti vengano sempre più distorte e travisate.
XXX Domenica
Tempo Ordinario - Anno A
Gesù rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: «Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Omelia di Domenica 22 ottobre 2023 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; così si è conclusa la lettura del Vangelo. Il nome ‘Cesare’ indicava lo Stato, per cui il senso è: anche i credenti devono adempiere verso lo Stato i doveri di tutti i cittadini, compresi quelli meno gradevoli come il pagamento delle tasse. Uno Stato senza la collaborazione dei cittadini va poco lontano. Gesù però, aggiungendo ma anche a Dio date quel che è di Dio, voleva precisare: pagate pure la tassa all’imperatore, ma non sacrificategli la vita. Perché? Ma perché Dio e non lo Stato è al primo posto.
XXIX Domenica
Tempo Ordinario - Anno A
(...) Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».